Rime (IV e XIII)

da | Apr 19, 2013

IV

Che maraviglia è s’i’ son fatto vago
d’un sì bel canto e s’i’ ne sono ingordo?
Costei farebbe inamorare un drago,
un bavalischio, anz’un aspido sordo!
I’ mi calai, e or la pena pago,
ch’i’ mi truovo impaniato com’un tordo.
Ognun fugga costei quand’ella ride:
col canto piglia e poi col riso uccide.

XIII

Solevon già col canto le sirene
fare annegar nel mare e navicanti,
ma Ipolita mia cantando tiene
sempre nel fuoco e miserelli amanti.
Sol un rimedio truovo alle mie pene,
ch’un’altra volta Ipolita ricanti:
col canto m’ha ferito e poi sanato,
col canto morto e poi risucitato.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).