Quattro poesie

da | Giu 29, 2018

Quattro poesie inedite.

Non hai nemmeno un nome,
certe volte, sei solo
il Grande Altro, là, fuori,
e mi spunto ogni fare, ogni dire,
attraverso, attingendo da te,
fontana tutta sangue,
sei altro, che preme, e sfonda,
sei lupo, sei fame, sei stanchezza,
sei io, solo e altro,
che ho una matita, e un temperino, e buco
un foglio appeso al petto,
e quanto mi pento, quanto mi pento.

*

La lotta è sempre per non riconoscerti
[tra le divise grigie in fila al bar
che mai ti ricordano, mai ci sei
(tra i suoni di un disco metal
per l’energia al lavoro)], la lotta sempre per non distorcerti
sfumato in un tiro di sigaretta tra il giallo poroso dei magazzini
[quelli dei pescatori, dove andavi a tirar le somme (lì ti cercammo
nel terrore)], una lotta, mi annerisce, mi sbarra,
mi fa io e me, mi fa prima e dopo te,
e in certi pomeriggi mi apro una parentesi che socchiudo,
mi scopro essere niente e sgretolato,
tu in sogno mi ricomponi, paziente
(pulisci il mio mento sporco di gelato).

*

Sei tu che sei l’autunno, l’acqua sporca e gli esami,
e poi i fiori di Bach e lo zenzero: uccelli mi svegliano di notte,
sono allora tutte albe nere e il soffitto è un foglio,
e poi gli alberi fanno ombre, fanno te, tutta storta,
tutta ombra, ed è questo il mio autunno,
con dal balcone il negro che rimesta l’organico
e lo vedo che piange, lo spazzino è sfocato,
il mio ascoltare è stupido: si può dire catene,
si può dire paure, dentro ho un padre che muore,
dentro ho una donna da incontrare: te,
che sei autunno e che non sai niente,
che, per dire, sei bella, per esempio, sei bella,
ed è tanto, sai, e poi sei bianca, foglio, e scrivo.

*

Quoddam pelagus substantiae infinitum et indeterminatum.
[ALESSANDRO DI HALES]

Tu sei sopra di me
e sei rovesciamento: il gran mare dell’essere –
mi anneghi e mi dai forma, forma che non sapevo
…..(e allora sarò qui, sempre come un devoto,
…..a omaggiarti i capelli, e le dita e la pelle,
…..ma non per questo aristotelico occhio:
per questo mio vivere non più vano, da quel giorno: una [mano nella mano,
e i miei palmi ora screpolati, stigmate di un culto che fa [ridere
e che mi ha rovesciato).
Scrosta da me questo fango, ti prego – rendimi nitido anche [questo lato.

Immagine: Christopher Le Brun, There, 2017.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).