Oggettistica

da | Gen 26, 2018

Alcuni testi da Oggettistica di Marco Giovenale.

Sequenza con mancanze
($TRING$)

I

È come se non se ne accorgesse
Come spinasse un salmone o due proprio più piano
Quanto sole prende su viale Libia
Come fa
Mi vede lui per primo mi chiama
Prendiamoci un caffè sto andando in posta
Da quel giorno
Come del resto sarebbe successo di non avere tempo
O ha tempo o lo trova in qualche modo
È per non accorgersi
E di scrivere
Inoltre
Leva le puntine dal muro, le righe di matita
Desquadra il foglio A3
Viene a trovare le commesse della Standa
Si attarda a distrarsi sui lavori del parcheggio
Sono andati via tutti

III

Vorrebbe essere sincero, sono in quattro sul bateau mouche, sono molto (sono tutti così)

drink alto, usano la parola cocktail

In talune vaschette vi sono dei salatini di aspetto invitante. Difficile spuntarla. Va a poppa
cercando un giro di chiave, starsene da parte: tutta quell’alta borghesia lo infastidisce,
onestamente

rimane sopracoperta

L’attrice (troveremo degli eccetera per evitare dettagli) lo insegue per parecchi ponti e
minuti di pellicola, lui è molto ingrassato dal film precedente

Soprattutto in faccia nonostante il maquillage attore francese

Il grasso non gli dona lo invecchia evidentemente a lei è proprio questo che le piace sono
gusti

La prende da dietro le inquadrature sono signorili massima pudicizia patinate poco
tagliano

Lui comunque gli si è proprio gonfiata la faccia per fortuna inquadrano lei

V

I vichinghi attaccano le coste
Dai mille ai tremila uomini
In Britannia si difendono come possono
Non tutte le leggende sono frutto di fantasia
Alcune grotte sono state affrescate in punti inaccessibili
30mila anni fa
Non è educato
La cappelliera non contiene più di un cappello
Se articolato
Ha fatto telefonare l’autista per vigliaccheria
Non ha coraggio di farlo lei
Sobilla le persone
Dice continuamente bugie
Ha mentito su tutto
Non si interessa della nostra salute
Non sa niente
Telefona solo quando le fa comodo
Per farci delle parti
Abbiamo dovuto mettere un avvocato
Iniziano molto presto
Si fortifica ovunque
Per evitare le razzie
Gli incendi dei villaggi
Nemmeno la caccia è più sicura
Abbiamo messo l’avvocato

*

o la neve

Vi sono dei cuccioli di pochi mesi forse poche settimane che piangono sotto la neve.
Sono udibili a grande distanza, sono udibili a breve. A prescindere, sono udibili.

Vi è un paesaggio innevato che ricopre con il suo candore tutto l’orizzonte, e radi alberi.

Sotto i radi alberi si ode un tenue raspare. Esso è indice di
un tenue raspare.

Come faremo, si domanda un intelletto complesso. Queste domande sono il punto di
arrivo di milioni di anni di attività cellulari diverse e molto complesse, dal punto di vista
chimico e fisico.

Dal punto di vista anche solo fisico come faremo?

Faremo con un drone.
Faremo con gli Stati Uniti.
Faremo con pazienza e determinazione.
Faremo con la preghiera.
Faremo con sforzo e sacrificio, piantando la bandiera
una volta giunti.

Ma giunti dove, si domanda un intelletto un soffio meno complesso.
Non vi è risposta, vi è solo neve, neve a perdita d’occhio, cercando di non sbagliare.

Non avrei voluto, non avremmo voluto, non avrebbero voluto.
(Non avresti voluto, non avrebbe voluto, non avreste voluto).

Immagine: Laure Prouvost.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).