Nel nosocomio

da | Mar 11, 2016

Due poesie da Nel nosocomio, Effigie, 2016.

Un bel giorno, nel nostro nosocomio, arrivò una pla-
cida tigre. Aveva appena mangiato una preda bella gro-
ssa, il volto come sempre severo, ma il suo incedere
quieto e armonioso, ondeggiante, rappresentava una
strana minaccia, strana perché dotata di un sex appeal
da self control, tutto naturale, d’altronde la pelliccia
non doveva essere per forza sintetica, ché nessun anima-
lista ovviamente altrimenti la linciava. Poi entrò un orso,
grullo e goffo, ma non se ne preoccupava, era la sua natura
perciò il suo incedere era inesorabilmente tranquillo, di [uno che
se ne frega di tutto, vincente, ottuso, a gambe larghe, e chi [po-
trebbe scuoterlo? Sicuro di sé, aveva appreso la lezione.
Ma ecco che una scimmietta occhiù-
ta e narcisista, che assomigliava precisa alla signora che fa
tutti i corsi tutti i giorni ed è sempre abbronzata, rugosa
ma abbronzata, questa scimmietta saltellava [occhieggiando
incentrata nelle graziose movenze del suo corpiciat-
tolo malizioso: non le importava nulla dei piedi deformi
sui quali sadica giocherellava a dispetto delle vene varicose
dei degenti, gliele gonfiava e sgonfiava, destra sinistra si-
nistra destra. Rapido e desto, persino un serpente d’acqua [s’insi-
nuò sinuoso nei sotterranei del nostro nosocomio, insi-
diando, lui in acqua, e spaventando per scherzo i degenti
nell’ora di relax finalmente del termario, fra gli sbuffi d’u-
mido del bagno turco. E arrivò infine una gru, e la sua [infinita
leggerezza era finalmente liberatoria dell’ora, era aria pura,
pieno respiro delle vette. Vedette scimmiesche, i nostri de-
genti, atterriti, atterravano in volo, finendo l’ora cercavano
di farsi beffe di questi ospiti gradevoli e balordi, insomma
anche molesti, diciamocelo, perché diversi e di difficile [imi-
tazione, figurati poi che fatica incarnarli. Allora la voce dei
degenti si fece grossa, si alzò sempre più alta per scacciarli,
fino a sgranarsi le corde vocali. Fino a gridare vendetta.
Col zumba zumba finalmente giustizia fu fatta.
E gli animali – anche se qualcuno quel che voleva sotto so-
tto invocava – svanirono esterrefatti. Ma dove li [seppelliranno,
mi chiedo, i cinesi morti negli smannori? L’invasione dei [morti
viventi, l’invasione dei cinesi nascosti: un giorno [usciranno
tutti in massa dalle fogne sbucando nel calduccio del [terma-
rio, ce li ritroveremo a galleggiare stravolti dalle acque
cromoterapiche del nuovo idromassaggio? Stanno inva-
dendo il nostro nosocomio, invisibilmente, [inesorabilmente.
E nessuno di loro, si badi bene, si sente a disagio
nel dormitorio.

*

Gelo dentro. Gelo fuori. Corpo liquido al gelo,
ti sei vetrificato. Vetrificato ti si vede in tras-
parenza, in controluce, il vuoto nebuloso dove
dovette trovarsi oetsi del similaun quando perse
conoscenza. Un corpo morto che cade contro
la luce al neon delle nevi che fioccano fuori dal
nostro nosocomio: tu sei l’ultimo mio amore.
Ti portano in culla, ti portano in bianchi-
ssimo, la tua bianchezza sfondando il cemento
armato, armato come uno delle br che ti sparava a
gambe larghe, a gambe leggermente flesse, morbi-
damente flesse, felice, nel cemento grigio del dormi-
torio. E lì ti coprono di calce di gesso. Busso alla
tua parete sottile di vetroresina. Non mi rispondi.
Io divento a mia volta parete che ci divide, di carton-
gesso. E gelo dentro. Divento corpo di ghiaccio secco.
Ancora vivo.

(Brillava già. Adesso splende tanto
da non poterlo vedere più. Allora
dormire sempre, avere sempre sonno al-
meno in penombra intravedo ogni tanto un
paradiso di sorrisi bambini, e il suo viso che
sorride sempre come un avviso
di vecchia, rugginosa, segnaletica).

Immagine: Opera di Kimsooja.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).