Cinque poesie in anteprima da “L’età verde” di Alessandra Corbetta, da poco uscito per la collana ‘Gialla’ di Samuele editore-pordenonelegge.
Venute al mondo, le bambine vivono tre volte
recuperano la morte e il tempo perso,
per questo guardano spesso l’orologio
evitano con cura lentezza e dispersione.
Ogni bambina ha la sua storia e un segno
distintivo in qualche angolo del corpo.
C., per esempio, lotta con sé stessa,
una macchia scura sul fondo della schiena.
***
il Padre ha praticato il silenzio
e messo un vuoto nella bambina.
Adesso lei sa distinguere ogni suono
e muoversi senza fare rumore.
In un angolo del bosco la costringe
a non muoversi più, a non piangere mai.
Lei si morde la lingua, trattiene le gambe
ma la testa resiste, si oppone al comando.
***
La Madre retrocede nello splendore.
Stare nel bosco è rinunciare, amare tanto.
La bambina ha imparato da lei cos’è l’amore:
guardare insieme la vipera cantare.
In un angolo di bosco la Madre coltiva
fiori rossi e canta la bellezza della vita.
Stupita la guarda la bambina, osserva
che sopportare cambia la luce delle cose.
In un barattolo di vetro prepara occhi nuovi
per il grande compromesso.
e dorme e si sveglia intanto la bambina.
L’ha sentita agitarsi nel lettino…
***
La bambina ha gli occhi verdi e d’oro,
sa stare per sei giorni ferma su una gamba sola.
il settimo prova a prendere le farfalle
e se non ci riesce ribalta il calendario.
*
Sembra che tra le ciglia la bambina
conservi la neve della notte.
Quando apre gli occhi esce gelo o meraviglia,
dipende dalla stagione del suo corpo.
***
Da una parte all’altra del bosco scorre il fiume.
ogni tanto la bambina immerge i piedi
e osserva l’acqua nell’acqua passare.
Poi si domanda da dove arrivi il freddo.
La furia elimina l’argine, nasconde la riva,
mostra ogni cosa diventare il suo contrario.
La bambina lo sa e quando il fiume esce
resta calma, invulnerabile.