Le ardesie del tetto

da | Gen 9, 2018

Traduzioni inedite di Andrea Breda Minello.

Da Poesie in prosa (1915)

SOLDATI

Dopo la carica, dopo la ronda, torno nella mia
camera, la cui porta rimane aperta.
Un altro soldato, non io, dorme nello stesso locale.
Quando mi risveglio, di soprassalto, ho paura.
Qualcuno parla ad alta voce. Credevo di essere solo
e una mano toccava la mia.
Lo stesso incubo, che ci univa, ci risvegliò.

*

BATTAGLIA

Nel petto l’amore d’un vessillo sbiadito
dalle piogge. Nella mia testa, i tamburi battono.
Ma da dove proviene il nemico?
Se la tua fede è morta che rispondere al loro
comando?
Un amico muore d’entusiasmo dietro i suoi cannoni
e la stanchezza è più forte di ogni altra cosa.
Nei campi bordati di strade, all’angolo
dei boschi che hanno altra forma perché vi
sono degli uomini nascosti, passeggia macabro
come la morte, malgrado il suo ventre.
Le rovine agitano i loro cadaveri e le teste
senza chepì.
Questo quadro, soldato, quando lo finirai? Ho
sognato che c’ero ancora? Facevo, in ogni caso,
un mestiere fuori dall’ordinario.
Quando il sole, che avevo preso per un lampo,
dardeggiò il suo raggio sul mio orecchio sordo,
mi dissetai sotto i salici verdi e bianchi in un
ruscello d’acqua rosa.
Avevo così sete!

*

SENZA MASCHERA

I personaggi muti di questa commedia o dramma
sono nella sala, non ci sono quinte. Il fard è nei
vostri occhi e nello sguardo. Che ruolo!

***

Da Il canto dei morti (1948)

Al lampo della guerra
Al rifiuto dei condannati
Tutte le prigioni di vetro
Dall’amore sono state riserrate

*

Non posso scegliere ciò che vorrei dire
…………………..Il crespo risplende
La festa è al culmine
Il cuore fluttua al vento
La notte mi fa da bersaglio
Nel setaccio dei giorni avvizziti
C’è la cera
………………E il miele della tua capigliatura
Nella marea montante del mattino

*

Figura diluita nell’acqua
Nel silenzio
Troppo peso in gola
Troppa acqua nel boccale
troppa ombra rovesciata
troppo sangue sulla rampa
Non ha mai fine
Questo sogno di cristallo

***

Da La libertà dei mari (1960)

SOFFIO

Nevica sul mio tetto e sugli alberi. Il muro e
il giardino sono bianchi, il sentiero nero e
la casa è crollata senza rumore. Nevica.

*

IL BUON GIUDICE

Dietro il tetto aguzzo dove tu danzi gettando
di volta in volta in aria le braccia e le gambe,
un giudice invisibile ti segue. Non ha orecchie
e gli occhi triangolari non ci vedono.
Ciononostante a ogni giro di questa danza
grottesca, immobile e muto, con una scrollata
di spalle o alzata di sopracciglio, giudica il tuo sforzo.
e il suo riso beffardo, quando hai finito di affannarti
invano, ti ricompensa.

***

Da Le ardesie del tetto (1918)

Su ogni ardesia
….che scivolava dal tetto
……abbiamo
……..scritto
……….una poesia
La grondaia è orlata di diamanti
…………gli uccelli li bevono

*

ARIA

……………..Oblio
………….porta chiusa
Sulla terra inclinata
Un albero trema
……..E solo
……..Un uccello canta

……..Sul tetto
………..La sola presenza della luce
……………….solare
E i segni prodotti dalle tua dita

*

SULLA SCARPATA

La sera, mentre cala, chiude una porta
Noi siamo sul ciglio della strada
Nell’ombra
……..vicino al ruscello dove tutto torna

Se c’è ancora une luce
……..La linea parte all’infinito

L’acqua cresce come la polvere

…………Il silenzio chiude la notte

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).