Pubblichiamo un’intervista al poeta cinese Zhao Lihong, che ha ricevuto il XXVI Premio Internazionale di Poesia “Montale Fuori di Casa”. L’intervista è a cura di Flaminia Cruciani e Marco Sonzogni, la traduzione di Francesca Calligaro (Pechino, 1 giugno 2025).
1. Per cominciare, possiamo chiederLe che cosa evoca Montale nella sua immaginazione poetica? C’è una sua poesia o un tema che è di particolare interesse per lei?
Ricevere il Premio Internazionale “Montale Fuori di Casa” è un grande onore per me – ancora di più nel centesimo anniversario di pubblicazione della raccolta d’esordio di Montale, Ossi di seppia (1925), e nel cinquantesimo anniversario del suo Premio Nobel per la Letteratura (1975). Venire in Italia a ricevere il Premio Internazionale “Montale Fuori di Casa”, che porta il nome di uno dei più grandi poeti del nostro tempo, mi offre l’opportunità di rendere omaggio a Lui e alla grande Letteratura Italiana. Montale è un grande poeta italiano. La sua poesia, con le sue emozioni sincere, i suoi pensieri profondi, e con la sua visione unica del mondo e della natura umana, possiede una voce diversa da quella dei suoi predecessori e contemporanei, e spicca nella storia della poesia. Nel discorso tenuto a Stoccolma per il conferimento del Nobel, intitolato “È ancora possibile la poesia?”, Montale sostiene che “ormai esistono in coabitazione due tipi di poesie, una delle quali è di consumo immediato e muore appena è espressa, mentre l’altra può dormire i suoi sonni tranquilla. Un giorno si risveglierà, se avrà la forza di farlo”. Le sue riflessioni mi toccano nel profondo. Le conclusioni di Montale di cinquant’anni fa sono ancora valide oggi. Di fronte al rumore della realtà e alla quantità schiacciante di opere scritte per un consumo immediato, i veri poeti dovrebbero rimanere lucidi e sinceri, e usare la voce della loro anima per scrivere opere di grande forza espressiva.
2. Nel suo discorso per il Premio Nobel del 1975, intitolato “È Ancora Possibile la Poesia”?, Montale, un incurabile pessimista per dirla in modo semplice, sosteneva che la poesia non fosse più possibile. A cinquant’anni di distanza, Lei crede che questa affermazione sia valida? Qual è la sua posizione a riguardo?
Il pessimismo di Montale era radicato nella sua riflessione profonda sulla storia e sulla realtà. La sua visione del mondo e il suo atteggiamento erano sinceri. Esprimeva le preoccupazioni di un poeta per il mondo e per il destino dell’umanità. Il dolore espresso nelle sue poesie risuona ancora oggi e continua a commuovere le persone. Montale, dicendo che la poesia non fosse più possibile, in realtà negava questa conclusione con le sue stesse opere. Le sue poesie vengono lette ancora oggi. Nell’ultimo mezzo secolo, nonostante il subbuglio del mondo e l’irrequietezza dei cuori delle persone, il mondo è ricco di poesia, e possiamo ancora leggere versi commoventi e meravigliosi. Rispetto il modo di pensare di Montale, ma non penso che il suo pessimismo radicale sia giustificato. Finché nel mondo esisteranno creature viventi, finché la natura umana esisterà, finché continueranno il desiderio dell’umanità e il perseguimento della verità, della bontà e della bellezza, le possibilità della poesia continueranno ad esistere. Non vedo una fine. Il fatto che io sia venuto in Italia perché scrivo poesie, che abbia potuto incontrare l’Italia grazie alle mie poesie, e che possa incontrare poeti italiani, penso che sia una “presa di posizione”, per così dire. Sebbene scriviamo e leggiamo poesie in lingue diverse, l’eco dell’anima è un’esperienza universale che risuona e trascende le barriere linguistiche e culturali, risvegliando il desiderio delle persone.
3. Quindi, che cos’è la poesia per lei e cosa fa la poesia in generale e per lei in particolare? In altre parole, perché scrive poesie e per quale motivo?
La poesia è l’eco dell’anima che si scontra con il mondo. È la luce scoperta nell’oscurità. È il pianto nel dolore. È il canto nella gioia. È il monologo del cuore. La poesia è anche il modo in cui una mente intellettuale può interrogarsi costantemente su ciò che accade nel mondo. Se non può fornire risposte, può almeno portare speranza e illuminazione. Ho iniziato a scrivere poesie a diciassette anni. Dopo essermi diplomato alla scuola media, mi sono trasferito dalla città in cui vivevo in un paesino sperduto in campagna, dove la vita era povera, e il futuro era cupo. Ogni sera, alla luce fioca di una lampada ad olio, affidavo i miei sentimenti alle poesie scritte nel mio diario. All’epoca, non pensavo a diventare un poeta. Era semplicemente un modo per consolarmi e aiutarmi da solo quando mi sentivo bloccato nella solitudine e nell’angoscia; un’ancora di salvezza afferrata da un me stesso disperato, che lottava per rimanere a galla tra le turbolenze e i vortici della vita. Non mi aspettavo che quell’ancora di salvezza diventasse una nave che mi avrebbe trasportato tra il vento e le onde della vita. Dopo più di mezzo secolo, navigo ancora su quella nave.
4. Quali sono i poeti cinesi e di altri paesi che hanno plasmato il suo modo di intendere e scrivere poesia?
Questa è una domanda difficile a cui rispondere. Sono stato influenzato da diversi poeti, appartenenti a epoche diverse e in fasi differenti della mia vita personale e letteraria. Tra i poeti cinesi, ammiro Qu Yuan, Tao Yuanming, Li Bai, Du Fu, Bai Juyi, Li Shangyin, Wang Wei, Su Dongpo, e Lu You. E anche una lunga lista di poeti stranieri: Homer, Dante, Pushkin, Byron, Shelley, Goethe, Yeats, Baudelaire, Tagore, Neruda… non sono né un critico di poesia né un ricercatore, sono semplicemente un lettore. Leggendo le loro poesie, spesso mi commuovo: loro risuonano in me, e io in loro. Le voci e le parole che hanno lasciato nelle diverse epoche e regioni del pianeta convergono spesso su concetti, emozioni, e concezioni artistiche condivise. Ma ogni poeta dipinge un paesaggio meraviglioso in un modo unico. È questo il fascino della poesia. Il mio amore per la poesia, e la mia professione di poeta, sono stati plasmati dalla vasta quantità di letture che ho fatto da giovane. Vagando nella foresta della poesia cinese e mondiale, mi sono immerso nel suo suolo, la mia poesia ha messo le radici ed è germogliata, facendo crescere i propri rami e foglie. E ora sono uno degli alberi di quella foresta.
5. La Cina ha una ricca tradizione poetica nel mondo, forse la più ricca. Per quale motivo secondo lei?
La poesia cinese ha effettivamente una storia molto lunga, dal Libro delle Odi, di tre o quattro mila anni fa, alle poesie di Chu Ci, Han Fu, Tang, Song Ci, e Yuan Qu. È un fiume lungo e tortuoso, in cui confluiscono migliaia di ruscelli. Il corpo delle poesie scritte in caratteri cinesi è l’epopea della civiltà cinese e la cristallizzazione delle emozioni e della saggezza del popolo cinese. E i poeti che scrivono nello stile classico sono forse ancora di più di quelli che scrivono in stile moderno. Anche se la gloria della poesia classica cinese non può essere ricreata, oggi la sua vitalità è ancora forte. La storia della poesia vernacolare moderna, invece, è molto più breve, poco più di cent’anni, ma i due tipi di poesia non possono essere separati. Si tratta di un gene culturale, per così dire, codificato nel sangue del popolo cinese.
6. Lei organizza uno dei festival di poesia più importanti e internazionali della Cina, nonché uno dei più belli ed efficienti a livello mondiale: lo Shanghai International Poetry Festival. Questo è un altro potente esempio del suo impegno per la poesia. Cosa la ispira e la motiva ad organizzare il festival? Una volta terminato il programma della settimana, cosa le resta nel cuore? E da cosa comincia quando arriva il momento di organizzare l’edizione successiva?
Grazie per gli elogi allo Shanghai International Poetry Festival. Il festival è stato fondato nel 2016, e quest’anno si terrà la decima edizione. Ogni anno, durante il festival della poesia, invitiamo a Shanghai poeti da tutto il mondo per leggere e scrivere poesie, per respirare un’atmosfera di poesia stimolante e per prendere parte in ampi dibattiti sulla poesia, e, naturalmente, per apprezzare la poesia cinese scritta non solo da poeti ma anche da studenti e cittadini comuni. La letteratura ha bisogno di comunicazione: gli amanti della poesia devono capire e imparare gli uni dagli altri. Seguiamo il concetto di “armonia senza uniformità”. Allo Shanghai International Poetry Festival convivono poesie che rappresentano diverse visioni del mondo, stili diversi, e diversi temi. Facciamo del nostro meglio, con un atteggiamento sincero e un entusiasmo genuino, per prenderci cura di ogni poeta che partecipa al nostro festival. Una settimana è breve, ma il festival della poesia lascia dei ricordi ricchi, meravigliosi e duraturi per tutti. Ogni volta che il festival finisce, io, come tutti i miei amici poeti, dico addio a malincuore. Ciò che resta nel mio cuore è l’amicizia sincera, la bellissima poesia e la speranza per il futuro. Ogni edizione dello Shanghai International Poetry Festival è un nuovo punto di partenza che collega passato,
presente, e futuro.
7. Uno degli aspetti più evidenti del suo festival è la fiducia nella traduzione poetica. Secondo lei, cosa rende la poesia traducibile? Lei è molto aperto e generoso con i suoi traduttori: la sua apertura e generosità sono sempre state ricambiate in modo fruttuoso?
La traducibilità delle poesie è un argomento controverso. Molti poeti, inclusi alcuni traduttori, ritengono che la poesia sia intraducibile. Dire che la poesia è intraducibile è, ovviamente, un’esagerazione. Ci sono molti esempi ispiratori nella storia della letteratura. Tuttavia, credo che la traduzione poetica sia estremamente difficile, e che i risultati fallimentari siano forse più numerosi di quelli riusciti. Questo è ciò che mi dice la mia esperienza. Quando ero giovane, leggevo molte collezioni di poesia di grandi poeti stranieri in traduzione cinese. Dopo averle lette, però, non riuscivo a provare ammirazione per loro poiché sentivo che quelle traduzioni in cinese erano piuttosto ordinarie, e non mi emozionavano. Più tardi, ho capito che il motivo era la scarsa qualità delle traduzioni. Lo stesso può naturalmente verificarsi quando poesie cinesi vengono tradotte in lingue straniere. Molti aspetti meravigliosi della poesia sono “contenuti” nelle parole, a volte solo comprensibili ma non spiegabili, e solo i lettori madrelingua possono comprenderle appieno. È molto difficile, per i traduttori, trasportarli in un’altra lingua. Le parole tradotte possono diventare cose nuove che non sono necessariamente legate all’opera originale. Fortunatamente, nel mondo ci sono molti traduttori eccellenti, che riescono a trasformare con successo le poesie in lingue diverse, mantenendo comunque il significato originale dell’opera, e addirittura preservando il fascino della lingua originale nella nuova lingua. Anche quando viene tradotta in un’altra lingua, la poesia può permettere ai lettori di comprendere i pensieri e le emozioni originali dell’autore e di commuoversi leggendoli. La base per la traducibilità della poesia è che la poesia tradotta abbia un nucleo spirituale solido e tangibile e un’inclinazione estetica umana condivisa. I traduttori devono padroneggiare sia la lingua originale della poesia, che quella tradotta, il che è anche un’importante condizione per una traduzione ben riuscita. E possiamo accettare che l’opera tradotta possa non essere uguale all’originale al cento per cento. Tutte le traduzioni sono approssimazioni, ma grandi approssimazioni sono esse stesse poesia. La mia raccolta di poesie “Dolori” è stata tradotta in molte lingue diverse. Mi fido dei traduttori, ma non so leggere le poesie nelle lingue straniere. Mi è difficile giudicare la qualità della traduzione, ma sento l’affetto e la comprensione delle mie poesie da parte dei lettori di diversi paesi. Le mie poesie hanno suscitato interesse e discussione, il che mi rende molto soddisfatto. “Dolori”, co-tradotto da Flaminia Cruciani e Marco Sonzogni, ora può essere letto dai lettori italiani e ha ricevuto il Premio Internazionale di Poesia Montale Fuori di Casa. Questa è la prova che la poesia può davvero essere tradotta in poesia…
8. Quale consiglio dà a chi traduce le sue poesie, poesie che fondono suoni e significato in modo così profondo e commovente?
Non ho mai dato alcun suggerimento ai miei traduttori. Spero che i traduttori delle mie poesie le apprezzino e che si sentano quindi ispirati da tradurle al meglio delle loro abilità. E io mi fido dei miei traduttori, naturalmente. Devo fidarmi… ma non posso controllare il risultato delle traduzioni. È una cosa che non si può né prevedere né controllare. Un amico poeta una volta mi ha detto: trovare un buon traduttore che trasformi le tue poesie in poesie in una lingua straniera è come una torta che cade dal cielo. Ho avuto la fortuna che quella torta mi sia caduta addosso molte volte.
9. Ha mai tradotto lei stesso poesie da altre lingue? Se sì, perché; se no, perché no?
Non ho mai tradotto poesie in cinese. La ragione è semplice: non ho abbastanza padronanza di nessuna lingua straniera, quindi la traduzione poetica non fa parte del mio lavoro. Sono ovviamente consapevole che l’intelligenza artificiale ci permette di tradurre testi da lingue straniere al cinese, ma non penso che sia un’opzione affidabile e credibile per la traduzione poetica: difficilmente le macchine riescono a trasmettere le sottigliezze della poesia in modo accurato e vivido.
10. Infine, torniamo alla sua poesia. Può condividere con i suoi lettori quando scrive le sue poesie? Può dirci come Le viene l’ispirazione e come la traduce in caratteri e versi?
La concezione e la scrittura di ogni poesia hanno una causa e un’origine. La gestazione, la creazione e la pubblicazione di ogni poesia possono variare: alcune poesie vengono completate in un istante, frutto di un’improvvisa ispirazione, mentre altre attraversano anni di riflessione e perfezionamento. La nascita di una poesia può essere determinata da un’idea, da un evento, un sogno o una parola. Ma deve sempre esserci un’origine più profonda: la propria esperienza di vita e di crescita spirituale. A volte, nei sogni possono apparire versi di poesia e poesie complete. Nella mia raccolta di poesie Dolori, descrivo molti sogni. La poesia “Sovrapposizione”, ad esempio, mi è apparsa in sogno (in un sogno piuttosto caotico in realtà, dove sentivo chiaramente una voce che recitava una frase dopo l’altra nelle mie orecchie) e come un’eco quei versi mi raggiungevano e si bloccavano sulla pagina. Infatti, quando mi sono svegliato, ho scritto i versi che riuscivo a ricordare. Entrare nella dimensione poetica di un sogno è, ovviamente, un caso molto particolare e accidentale, che non può essere ricercato. Naturalmente, scrivere poesie non può basarsi solamente sui sogni, ma quando l’ispirazione di una poesia arriva in un sogno, allora non deve essere respinta. Uso il computer per scrivere le mie poesie, ma continuo a scriverle anche a mano con la penna, così ogni poesia ha un manoscritto oltre che un dattiloscritto. A volte quando i miei pensieri non sono fluidi, scarabocchio sui margini, disegnando varie immagini, tra cui persone, oggetti e paesaggi ‘reali’, ma anche linee astratte. Questi scarabocchi sono l’estensione del pensiero e, di fatto, sono anche una parte importante della poesia ‘finale’.