Isole

da | Ago 8, 2017

per Margaret

Nominarle soltanto è la prosa
Dei diaristi, è rendervi famose
Per lettori che come turisti lodano
I letti e le spiagge come uguali;
Ma le isole possono esistere solo
Se lì abbiamo amato. Cerco,
Come il clima cerca il suo stile, di scrivere
Versi asciutti come sabbia, limpidi come il sole,
Freddi come l’onda arricciata, ordinari
Come un bicchiere d’acqua isolana;
Eppure, come un diarista, assaporo
Le loro stanze infestate di sale
(Il tuo corpo che agita il mare increspato
Di lenzuola sgualcite), i cui specchi smarriscono
Le nostre immagini rannicchiate nel sonno,
Come parole che l’amore sperava di usare
Cancellare con le pagine della risacca.

Quindi, come un diarista che scriva nella sabbia,
Annoto la pace che hai donato
A certe isole, scendendo
Scale strette per accendere le lampade
Contro i rumori dell’onda notturna, proteggendo
Una lanterna incerta con la mano,
O soltanto pulendo il pesce per la cena,
Cipolle, carangidi, parghi e pane;
E su ogni bacio il gusto aspro del mare,
E come alla luce della luna eri attenta
A studiare più di tutto l’ostinata pazienza
Dell’onda benché sembri uno spreco.

***

for Margaret

Merely to name them is the prose
Of diarists, to make you a name
For readers who like travellers praise
Their beds and beaches as the same;
But islands can only exist
If we have loved in them. I seek,
As climate seeks its style, to write
Verse crisp as sand, clear as sunlight,
Cold as the curled wave, ordinary
As a tumbler of island water;
Yet, like a diarist, thereafter
I savour their salt-haunted rooms
(Your body stirring the creased sea
Of crumpled sheets), whose mirrors lose
Our huddled, sleeping images,
Like words which love had hoped to use
Erased with the surf’s pages.

So, like a diarist in sand,
I mark the peace with which you graced
Particular islands, descending
A narrow stair to light the lamps
Against the night surf’s noises, shielding
A leaping mantle with one hand,
Or simply scaling fish for supper,
Onions, jack-fish, bread, red-snapper;
And on each kiss the harsh sea-taste,
And how by moonlight you were made
To study most the surf’s unyielding
Patience though it seems a waste.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).