Innue

da | Mag 25, 2025

Sei poesie in anteprima da “Innue”, la prima traduzione italiana dell’opera di Joséphine Bacon, autrice impegnata nella scena artistica autoctona canadese e splendida ambasciatrice della cultura Innu. Il libro a cura di Francesca Maffioli è in uscita per Interno Poesia.

 

Tu che hai visto la carestia
tu che conosci
i sogni

hai tracciato un sentiero
affinché i bambini
seguano le tue tracce.

 

*

Figlia del Nord,
mio nonno
dice, senza collera:

“Il figlio del Sud
chiama il vento dell’Est
per risvegliare la tormenta
dell’Ovest”.

Sicuro che i suoni,
i canti e le danze
sentono il battito
dei cuori raccolti
nella cavità del tamburo.

 

*

Le nostre sorelle dell’Est, dell’Ovest
del Sud e del Nord
cantano l’incantamento
che le guarirà dal dolore
assassino dell’identità?
La nostra razza si risolleverà
dall’abisso della sua passione?

Dico alle catene del cerchio:
Liberate i sogni,
riempite le vite incompiute,
inseguite la corrente del fiume,
in questo mondo multiplo,
accomodate il sogno.

 

*

Papakassiku, Atikuapeu
quello che si spera,
tu mi porti verso

Missinaku
che offrirà la trota grigia
della nostra terra, e se

ho freddo,
Uapishtanapeu
mi terrà al caldo
nel mio sonno

Ushuapeu
mi porterà vicino a

Tshishikushkueu,
colei che veglia
sui battiti della terra
nel mio cuore.

 

*

Papakassiku, stasera,
mi offri la tua scapola

cacciatore afflitto,
non ho bisogno di mappa,
perché stendo la tua scapola
in un fuoco di braci
che mi guida verso di te.

Sparpagliato,
mi perdoni

ci liberi
dalla carestia

io ti vedo:
domani, mi aspetterai
nella tundra.

 

*

La mia vita mi parla

Da dove arrivi?

Non ti vedo più
sulla tua terra,
non ti sento più
quando sogni

ho perso le tue tracce

dove sono finiti
i cammini del portage?

Si deviano tuoi fiumi,
i laghi gridano e ti invitano
a soccorrerli.

Joséphine Bacon è una poeta innu di Pessamit (Québec), nata nel 1947. Considerata una delle principali autrici canadesi, è traduttrice e interprete della voce della Prima Nazione Innu – capace di fare riecheggiare la parola degli antenati, figlia della tradizione orale. C’è qualcosa di meraviglioso nell’uso di questa lingua e nella condivisione di questa tradizione orale millenaria, capace di far risuonare l’eco dei grandi spazi e il passo delle famiglie nomadi che hanno attraversato la tundra canadese. Nei versi essenziali di Joséphine Bacon l’orizzonte diventa una presenza confortante e, Nutshimit (la terra degli antenati) una casa aperta. La foresta boreale accoglie il cammino e i corsi d’acque guidano, attraverso un rincorrersi di tracce in cui i bagliori delle aurore boreali danzano al ritmo dei tamburi. Presso la casa editrice Mémoire d’encrier pubblica nel 2009 la sua prima raccolta, intitolata Bâtons à message - Tshissinuatshitakana seguita da Un thé dans la toundra - Nipishapui nete mushuat (2013, finalista al Governor General’s Award e finalista al Grand Prix du livre de Montréal) e Uiesh – Quelque part nel 2018. Recentissima è la raccolta Kau Minuat - Une fois de plus, pubblicato nel 2023, opera in cui Joséphine Bacon rinnova la sua relazione con il vivente, secondo una meditazione sul tempo e sul silenzio. Nel 2023 Joséphine Bacon ha ricevuto il prestigioso Molson Prize dal Canada Council for the Arts, per il suo inestimabile contributo.