Il corpo bianco della Russia

da | Ott 14, 2021

Questa selezione di poesie, curata da Dario Bertini, riprende le traduzioni dell’antologia “La giovane poesia degli Urali”, a cura di Paolo Galvagni (lietocolle, 2020), e ci presenta un ventaglio inedito di voci della poesia russa contemporanea.

 

Anastasija Chvostanceva

MARIZIA (1)

chiudersi in casa affondare nell’ornato della maglietta
tremare nella regione del plesso solare
lì manca il sole
e nell’orecchio c’è un rumore ma certo non è il mare
da fuori lui non sente
mi prenda dottore

mi prenda come sono
non nasconda nulla
mi prenda e dica non così che cos’ho
e che dentro questa conchiglia
c’è la verità dell’onda
e non l’illusione dell’udito, l’insensibilità del corpo

e io felice e ispirato andrò oltre
e racconterò a tutti che Lei mi ha riparato
e che Ippocrate sarebbe sicuramente molto fiero di Lei

e per la stanchezza mi sdraierò nel mio corridoio
e tremerò e il sale rotolerà fitto-fitto
i sassolini dalle gambe mi escorieranno i palmi
ma ciò sarà anche un po’ gradevole
e sbotto a pensare
che quando non fa male nulla
è la felicità.

(1) Neologismo creato dall’autrice: unione di “mare” e “mestizia”: Morest nell’originale.

 

***

Egana Džabbaroba

IL CORPO BIANCO DELLA RUSSIA

1.


l’affascinante corpo bianco della Russia giace inerme,
l’accarezzo sul dorso
l’abbraccio dalla schiena
come non fai a non congelarti qui in inverno
e perché il tuo volto è coperto da un sacchetto di cellophane?
tutti i treni sono ugualmente vuoti:
container temporanei per persone
la vita passa spietata sulla terra,
senza lasciar nulla dietro di sé.

2.


sul treno, che taglia il corpo bianco della Russia,
io parlavo con un uomo,
sulla cui spalla era impossibile non notare un neo gigantesco
a forma di topo:
a quanto pare, così non ti prendono nell’esercito,
un piccolo taglio e sanguinerai e morirai assurdamente
per sempre
e se poi qualcuno ti graffierà
e io non faccio in tempo?

 

***

Ruslan Komadej

(ad Aleksandr Smirnov)

Ho sognato la luce, quasi fosse internet,
tanto più l’estate viene troncata.
Guardi oltre verso te stesso in risposta,
e sui palmi hai il buio e la calca.

Le dita ringhiano, come un sogno,
si affidano a tasche sgualcite.
La luce oggi sembra girare la ruota
accanto alla tempia quasi come mamma.

La pioggia, esausta, mi aspetta nel bosco,
e le mani cieche stropicciano l’oscurità.
In nessuno degli occhi la luce si è destata…
Scusa per il buio, non lo volevamo.

 

***

Michail Kuimov

Quando avrò consumato i giorni,
Invece del cruccio della parola
Segna nel necrologio
“Mai e di nuovo”.

E al mattino vaga pure,
Ma non troppo presto,
A bere accanto al tendone
due caffè americani.

Fuma inalando
E ricorda soltanto:
È una sciocchezza, un’inezia,
Uno spicchio fatale.

Lascia le risate per il tè.
Nasconditi nel grembo di strade
Ghiacciate. Promettimi
Di non ascoltare i morti.

*

La cucina. I mozziconi, la birra.
E alla finestra – la tajga.
La voglia di un bel vivere.
La voglia. Talvolta

Vedi questo quadro
dall’alto, come un aereo.
È felice Marina
Di vivere con un coglione?

Le chiederai – sei felice?
Magari saperlo per certo.
La cucina. I mozziconi, la birra.
E alla finestra – la tajga.

 

***

Anna Lukašenok

1.

C’è la leggenda che
l’essenza di banana sia basata sulla varietà Gros Michel
Scomparsa per
Un parassita che si è diffuso
Pertanto il sapore delle banane contemporanee di varietà Cavendish
Non coincide con le caramelle al sapore di banana
Al sapore di banane esangui

2.

Il sapore di fragole con la panna
Nelle caramelle più dozzinali
Che compriamo
quando andiamo al cimitero nel giorno dei genitori
Dolce e melenso
Un po’ alcolico
Lo stesso odore del mio nuovo gel per la doccia
È molto strano spalmarselo addosso
Schiumare con una spugna ruvida
La schiuma soffice assomigliava tanto alla panna
Ma era molto amara
Proprio come il sapone comune

3.

In bagno ci sono ancora dieci bottigliette diverse
Di shampoo di gel per la doccia
Una volta ho comprato al fixprice
Un liquido verde allettante
Sull’etichetta c’era il ribes color antracite
La menta con una soave fogliolina
E la scritta: ribes alla menta
Ma l’odore era un altro
Anche se molto noto
Non l’ho riconosciuto, ferma vicino allo scaffale del negozio
Dopo molto tempo ho capito di che sapeva lo shampoo:
Dell’ortica della nonna
Che cresceva lungo il recinto sprofondato

 

***

Angelina Sabitova

LA CACCIA AI CIGNI

se tuo figlio ti chiederà degli spari alla finestra,
mentigli dicendo che è la caccia ai cigni.
ma sei tu stesso come un cigno ammazzato,
il segno della pallottola sul tuo collo
sembra un morso:
la comparsa della passione: l’atto amoroso.
prova ad avvolgere il collo attorno al fucile –
come con un convolvolo o una pianta parassita.

*

tuo figlio ti chiederà del morso sul collo,
che cosa gli risponderai?
spaventato guarderai solo
allo specchio velato da un lenzuolo bianco,
i rilessi non escono fuori dagli specchi,
se non li aizzerai, come cani da cortile,
se non toccherai i loro cuccioli
e non distruggerai il loro nido.
ma non devi temere:
il tuo riflesso è ferito gravemente sul collo.

 

***

Aleksandra Šilijaeva

È festa, bambini
È festa, bambini. Il papà è morto.
La mamma non sarà più offesa.
Sotto lo steccato nell’orto,
No, nessuno vomiterà.

E in cantina saranno integre
Le patate dagli occhi azzurri.
E i barattoli coi cetrioli
Qui arriveranno a Natale.

È festa, bambini. Il papà è morto.
Al lavoro sarà semplice:
Bisogna tirar fuori i sacchi
Dal furgone bianco.

La figlia non sarà più punita,
Il figlio non sarà più scacciato,
La gente non sentirà più le chiassose
Crisi isteriche della mamma.

È festa, bambini. Il papà è morto.
Non lo seppelliremo.
È dura scavare una tomba,
Lo getteremo soltanto nella palude.

 

***

Jarolslava Širokova

come rumoreggiano sereni i bimbi attorno
ricoprendomi con risate al caramello
viviamo in un bosco sotto una pelliccia d’orso
e crescono i mari sulle nostre guance

e vi navigano navi di frittelle
avvolte nel latte bollente,
cara, la neve è la salata
colazione oceanica dei marinai?

nutriremo chiunque sia in viaggio,
navighino dalla gola fino ai talloni,
ritorna a scuola con lo slancio dell’aurora.
Cara, non trottolare storta.

*

LE TESI DI APRILE

… Olen’ka fumerà tanta erba,
disseminando di tabacco le gengive,
sporgono le cuciture dei fili,
doloranti di latte i polmoni…
muori, ondina, per l’acqua,
lordando la spiaggia impudica,
possa struggersi per l’oscurità
il modello tratteggiato del sole
… gronda sudore l’aria del calendario,
è morta senza lavoro la brigata edile.
Gagarin è passato in volo, dicono,
qui non dicono una cosa del genere.

 

***

Evgenij Smyšljaev

Colui che
colui che
custodisce la sua lingua
protegge la sua cerchia
di relazioni
e segue
i segni la mimica e il significato
la logica della narrazione
quello non si permette
legami casuali / legami pericolosi
il sesso prosecuzione della parola (per uno tale che)
un modo particolare di comunicare coi corpi
be’
mostra dove ti fa male
io soffierò leccherò
e la bua passerà
o
LÌ non infiammeremo
ed entreremo
in QUELLA porta
lì c’è leggerezza e libertà
lì staremo
come in paradiso

colui che
non custodisce
ormai nulla
e tanto più la sua lingua
non protegge la sua cerchia
(si dilata
come una bolla di sapone)
i nomi nella rubrica telefonica
sono conficcati
uno dietro l’altro
Saša Saša 2 Saša 3 Saša sesso Saša buon sesso
Saša CMZ Saša Avrora Saša 41 Saša Miass Saša Kyštym
perde la logica e la coerenza
cammina spesso barcollando e trascinandosi
più esattamente
vaga dal punto A
al punto B
(è più complessa la via con alcune coordinate)
quello permette a persone casuali
di parlare con lui
su temi assolutamente diversi
quello ama quando
è più dura e più lorda
la ricostruzione del trauma
la terapia avversativa

tutte le porte sono aperte
ovunque c’è solo il vuoto
e il vasto campo di assenzio

 

Immagine: Veronica Smirnoff.