Gaidhlig

da | Mag 31, 2018

Alcune poesie di Ana Lema nella traduzione inedita di Francesco Tarquini.

Dicerie

Curiosa la vita nelle piccole città.
Penso certe volte agli abitanti
come rami di un fiume
collegati fra loro ma ben fissi nel loro corso
il che gli garantisce di restare diversi dall’insieme.

Contraddizioni dell’abbandono
nell’ora dell’orrore
i muri delle piccole città
custodiscono più segreti del Muro del Pianto.

Atlante malandato

Amo perdermi nelle città d’altri
frammentate da usi e lingue d’esilio.

Amo anche vagare per gli angoli nascosti,
spesso tenuti segreti ai viaggiatori
dai locali uffici di turismo.

Tra parentesi, non dev’essere un caso
che proprio su questi margini
crepati dall’abbandono
pesi un po’ meno il mio sradicamento.

Messaggi sotto le calamite del mio Peabody

“Rispondere alle lettere” annoto su un foglietto
e lo spiano sotto la calamita
a forma di casa
sulla porta del frigo.

Sfoglio un libro, che come casualmente
mi si è aperto davanti; non mi distrae, e invece
riconosco la parola
che mi era nascosta fino allora.
La penso: assente
e in cambio mi trasformo
mentre il mio specchio mi rimanda ardore,
e invento.

Le gocce mi scivolano sul viso
mi rendo conto della temperatura: molto alta.
Penso “almeno il rumore delle macchine d’estate
stordisce meno”
anche se non me ne importa proprio niente.

Le gocce mi inumidiscono le guance e mi danno frescura,
sudore che s’adatta al mio stato pavloviano e ora
non sono più nulla, solo bugie codificate su foglietti
attaccate con calamite alla porta del mio
frigorifero.

Rituale

Sorridendo la donna dispone la sua partenza.
Stimolo sedativo la appena udibile intima preghiera.
La morte complice
si acquatta fra le sue pieghe.

Le campanule del giardino segreto
hanno ritratto i petali.
Silenzio muto, il nero avanza per prendersi ogni cosa.

Annus mirabilis

Sarebbe stato Einstein a stabilire l’equivalenza fra
massa ed energia
due oggetti diversi che ne costituiscono una sola.
Relazione comparabile a quella
…………………..fra l’amore e la vita
che certuni ritengono
fatti tra loro scollegati
negando che entrambi siano facce di una
…………………..stessa moneta.

Gaidhlig

Seguo un corso di fotografia con uno scozzese
fra i tanti che hanno combattuto nelle Malvine.
Gli era toccato venire sia pure a denti stretti
dal paese nemico a quello scontro confuso.

Mi osserva con minuziosa insistenza.

La guerra era scoppiata nell’ottantadue
ed io compivo nove anni.
Nel coro della scuola ci facevano cantare
l’inno in onore delle nostre isole.
Quelle strofe sapevano di illusioni marziali.

A quel tempo di servizio obbligatorio
i diciottenni partivano con il cuore in gola
e le madri pregavano ogni santo consigliato
………………………..e più o meno credibile,
sperando che alle loro colombe fosse risparmiato
il destino della carne da cannone.

Dal primo round risultò una vittoria locale
ma per via di un refuso
il regno si consolidò nelle isole
e a tutt’oggi perdura.

Impresa, la nostra, senza capo né coda.
Infinito rosario di afflizioni.

Irrilevante che le truppe venissero da sud o da nord
se a tutti gli si sarebbe sigillato il cuore.

Mi chiedo se lo scozzese con il quale ci guardiamo di sottecchi
sia come me convinto
che non ci sono né vincitori né vinti,
soltanto il retrogusto di una cocente idiozia.

Immagine: Sophie Calle.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).