Fragment (Grande Guerra /5)

da | Lug 15, 2014

Vagavo sul ponte, per un’ora, stanotte
sotto un cielo nuvoloso e senza luna; e sbirciavo
nelle finestre, guardavo i miei amici a tavola,
o giocando a carte, o in piedi sull’uscio,
o venendo fuori nell’oscurità. Ancora
nessuno poteva vedermi.

………………….Avrei pensato a loro
– svagati, a una settimana dalla battaglia – con pena,
fieri nella loro forza e nel peso e fermezza
e compatta bellezza dei corpi, con pena che
questa lieta macchina di splendore sarebbe stata presto [spezzata,
dimenticata, smontata, fatta a pezzi…

…………………..Ma come sempre
potevo solo vederli passare, davanti alla luce della lampada,
come ombre colorate, più sottili di una membrana di [vetro,
deboli bolle, più tenui della tenue luce delle onde
che scoppiarono in fosforo nella notte,
cose caduche e strani fantasmi – prossimi a morire
per altri fantasmi – questo, o quello, o io.

(traduzione di Giuseppe Nava e Alessia Dagri)

*

Fragment

I strayed about the deck, an hour, to-night
Under a cloudy moonless sky; and peeped
In at the windows, watched my friends at table,
Or playing cards, or standing in the doorway,
Or coming out into the darkness. Still
No one could see me.

………………..I would have thought of them
– Heedless, within a week of battle – in pity,
Pride in their strenght and in the weight and firmness
And link’d beauty of bodies, and pity that
This gay machine of splendour ‘ld soon be broken,
Thought little of, phased, scattered…

………………….Only, always,
I could but see them – against the lamplight – pass
Like coloured shadows, thinner than filmy glass,
Slight bubbles, fainter than the wave’s faint light,
That broke to phosphorous out in the night,
Perishing things and strange ghosts – soon to die
To other ghosts – this one, or that, or I.

April 1915

Giuseppe Ungaretti, In dormiveglia (Grande Guerra /1)
Georg Trakl, Grodek (Grande Guerra /2)
Camillo Sbarbaro, Trucioli, 27 (Grande Guerra /3)
Clemente Rebora, Voce di vedetta morta (Grande Guerra /4)
Rupert Brooke, Fragment (Grande Guerra /5)

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).