Festa e altre poesie

da | Ott 24, 2019

da Sergej Gandlevskij, “Festa e altre poesie”, a cura di E. Baglioni, Passigli, 2017

Sergej Gandlevskij – Foto di Kristina Kolesnikova, 2011

È il giorno della festa. Le rose nella vasca.
Il fumo, il rumore, non c’è dove sedersi.
È chiassosa, preziosa,
a lungo attesa. Sei in punto.
La sera. L’estate. Gli ospiti presenti.
La gioventù dorata
in corridoio fuma e beve –
saluti, risate, baccano.

Sembra ieri quando
lasciavo i banchi di scuola
per calarmi nel chiasso festaiolo
che non chiudeva occhio.
Suonava a lungo un vinile.
Un allegrone animava la festa.
Setun’, Tušino, Stromynka –
è stato bello, perfino troppo.

Qui, per grazia di Dio,
ho trascorso mezza vita.
Una donna è seduta
un poco a destra. L’ho amata.
Acqua passata. Ai pronostici
mi affidavo in altri tempi.
Gli uccelli, le farfalle e le libellule
sono simili a questa musica.

Se non fossimo sbronzi persi
di vodka, rumore e tabacco
potremmo uscire sul balcone
ad ascoltarli – musica e uccelli.
Notte mia! Il lillà ha illuminato
la cabina telefonica
di una luce amarena. Ne parla
il fruscio dei vecchi tigli.

Hanno preso di tabacco le rose
arrivate dalla Georgia.
A mezzogiorno davano rovesci,
i rovesci sono iniziati a mezzanotte.
L’acquazzone batte senza sosta,
scroscia ancora a dirotto.
Ha lastricato il selciato
di specchi senza cornici.

E albeggia. L’aria pungente
lambisce la tenda. Se n’è andata
la donna. La padrona di casa
sparecchia la tavola.
Dorme il santarello, dorme il mattacchione –
Dormire! E la mattina ancora
un’altra festa. Tutto al mondo è festa –
azzurra, rossa e nera.

1980

*

Ho trent’anni e tu ne hai diciassette.
Forse Laura ne aveva altrettanti
quando, era chiaro, un torvo amante,
non un poeta la mise alle strette.

Morti e sepolti gli incontri amorosi
a notti alterne. La sigla abbagliante
dell’insegna, ricordo per miracolo,
le impalcature, le assi e le transenne.

Era maggio, l’acquazzone batteva
su latta e ferro di gronde e di garage.
No, la vita è bella, che che si dica.

Mi hai taciuto nel punto a te caro,
dove a Madrid la scolta urla l’ora,
la mia è generazione di guardiani.

1986

*

Tutto in una volta – gli oggetti in corridoio
la partenza e i preparativi nella fretta
sei rose appassite e il crematorio
il presentimento nelle poesie
i preparativi ancora un viaggio lontano
sé stesso allo specchio e lì sotto
un torsolo di mela secco
così è la solitudine in persona
o per una breve stagione
dieci anni ormai trascorsi
lui e lei come fratello e sorella
si dicono qualcosa l’azzurro
a quadretti della carta da parati
e il cristallo che si conviene
nelle feste familiari un particolare
qualsiasi i dettagli uno a uno
inclusa l’illuminazione delle stanze
e i mobili, il comodino il comò
gli sci dietro al comò – li ricorderà
al risveglio per addormentarsi di nuovo.

1999

*

Sergej Gandlevskij vive a Mosca dove è nato nel 1952. Durante il primo anno della Facoltà di Lettere conosce Aleksandr Soprovskij, Aleksej Cvetkov, Bachyt Kenžeev, con i quali fonda la rivista samizdat «Moskovskoe vremja» e il gruppo letterario omonimo. Dai primi anni Ottanta pubblica nelle riviste d’emigrazione e solo alla fine degli anni Ottanta sarà pubblicato in patria. Alcune raccolte poetiche sono Rasskaz (Racconto, 1989), Prazdnik (Festa, 1995), il volume di poesie, saggi e recensioni Najti ochotnika (Trovare il cacciatore, 2002). Autore di prosa e saggistica, nel 1996 arriva l’importante riconoscimento ‘Malyj Buker’ per il romanzo Trepanacija Čerepa (La trapanazione del cranio). Nel 1998 esce il libro Poetičeskaja kuchnja (Cucina poetica, 1998), raccolta di saggi e articoli sulla poesia. Nel 2002 da alle stampe il romanzo ([Lacuna]), premiato in occasione della Fiera internazionale del libro di Mosca come “opera in prosa dell’anno”. Numerosi i riconoscimenti letterari ricevuti , tra cui il prestigioso premio “Poet” nel 2010. Ha partecipato a festival internazionali, è stato ospite delle università statunitensi di Yale, Stanford e Harvard. Le sue poesie sono tradotte nelle maggiori lingue europee, in cinese e giapponese. In italiano sono uscite le raccolte La ruggine e il giallo (a cura di C. Scandura, Gattomerlino, 2014), Festa e altre poesie (a cura di E. Baglioni, Passigli, 2017).

Sergej Gandlevskij vive a Mosca dove è nato nel 1952. Durante il primo anno della Facoltà di Lettere conosce Aleksandr Soprovskij, Aleksej Cvetkov, Bachyt Kenžeev, con i quali fonda la rivista samizdat «Moskovskoe vremja» e il gruppo letterario omonimo.  Dai primi anni Ottanta pubblica nelle riviste d’emigrazione e solo alla fine degli anni Ottanta sarà pubblicato in patria. Alcune raccolte poetiche sono Rasskaz (Racconto, 1989), Prazdnik (Festa, 1995), il volume di poesie, saggi e recensioni Najti ochotnika (Trovare il cacciatore, 2002). Autore di prosa e saggistica, nel 1996 arriva l’importante riconoscimento ‘Malyj Buker’ per il romanzo Trepanacija Čerepa (La trapanazione del cranio). Nel 1998 esce il libro Poetičeskaja kuchnja (Cucina poetica, 1998), raccolta di saggi e articoli sulla poesia. Nel 2002 da alle stampe il romanzo ([Lacuna]), premiato in occasione della Fiera internazionale del libro di Mosca come “opera in prosa dell’anno”. Numerosi i riconoscimenti letterari ricevuti , tra cui il prestigioso premio “Poet” nel 2010. Ha partecipato a festival internazionali, è stato ospite delle università statunitensi di Yale, Stanford e Harvard. Le sue poesie sono tradotte nelle maggiori lingue europee, in cinese e giapponese. In italiano sono uscite le raccolte La ruggine e il giallo (a cura di C. Scandura, Gattomerlino, 2014) Festa e altre poesie (a cura di E. Baglioni, Passigli, 2017).