Federico Garcia Lorca, La volontà amorosa / Scritti sulla poesia

da | Nov 25, 2020

Pubblichiamo in anteprima tre testi dal volume, appena uscito per Taut Editori, La volontà amorosa / Scritti sulla poesia di Federico Garcia Lorca.

BELLA E L’ARIA

a Dámaso Alonso

La luna di pergamena
Bella suonando arriva
attraverso un anfibio sentiero
di vetri e alloro.

Il silenzio senza stelle,
scappando dal suono dei tamburi,
cade dove il mare batte e canta
la sua notte piena di pesci.
Sulle vette della catena montuosa
i carabinieri dormono
custodendo le bianche torri
dove vivono gli inglesi.
I gitani d’acqua
si alzano per distrarsi,
gloriette di lumache
e rami di pino verde.

La loro luna di pergamena
Bella suonando arriva.
Vedendola si è alzato
il vento che non dorme mai.
San Cristoforone nudo,
pieno di lingue celesti,
guarda la bambina che suona
una dolce cornamusa mancante.

Bambina, lascia che ti alzi
il vestito per vederti.
Apri alle mie dita antiche
la rosa blu della tua pancia.

Bella tira l’aquilone
e corre senza fermarsi.
Il vento spaccone la rincorre
con una spada calda.

Aggrotta il suo rumore il mare.
Gli ulivi impallidiscono.
Cantano i flauti dell’ombra
e il liscio gong della neve.

Bella, corri, Bella,
che ti prende il vento verde!
Bella, corri, Bella!
Guarda da dove arriva!
Satiro delle stelle basse
con la lingua rilucente.

Bella, piena di paura,
entra in casa sua,
più in alto dei pini
il console degli inglesi.

Spaventati dalle grida
arrivano tre carabinieri,
i loro mantelli neri attillati
e i cappelli sulle tempie.

L’inglese dà alla gitana
un bicchiere di latte tiepido
e un calice di ginepro,
che Bella non beve.

E mentre racconta, piangendo,
la sua avventura a quella gente,
sulle tegole d’ardesia
il vento, furioso, morde.

 

*

(ALBERÉ ALBERÉ)

Alberé alberé
secco e verdé.

La bambina dal bel viso
sta cogliendo un’oliva.
Il vento, corteggiatore di campanili,
la prende per la cintura.
Passano quattro cavalieri,
sopra quattro cavalle andaluse,
con i vestiti blu e verde,
con i grandi mantelli scuri.
«Vieni a Granada, ragazza.»
La bambina non li ascolta.
Passano tre giovani toreri
magri di cintura,
con i vestiti color arancio
e la spada d’argento antico.
«Vieni a Siviglia, ragazza.»
La bambina non li ascolta.
Quando la sera diventa
violacea, a luce diffusa,
passa un giovane che porta
rose e mirto dalla luna.
«Vieni a Granada, ragazza.»
E la bambina non lo ascolta.
La bambina dal bel volto
continua a cogliere l’oliva,
con il braccio grigio al vento
stretto alla cintura.

Alboré alboré
secco e verdé.

 

*

Conosco perfettamente le difficoltà dell’argomento e non pretendo, per tanto, di definire ma di sottolineare; non voglio disegnare, ma suggerire. La missione del poeta è questa: animare, nel suo esatto significato: dare anima… Non chiedetemi però del vero e del falso, perché la «verità poetica» è un’espressione che cambia quando cambia l’enunciato. Ciò che riluce in Dante può essere bruttura in Mallarmé. E di sicuro, è ormai risaputo che la poesia si deve amare. Nessuno può dire che è oscura, perché la poesia è chiara. Voglio dire, dobbiamo cercare, «con sforzo e virtù, la poesia, perché questa ci si consegni. Dobbiamo aver dimenticato completamente la poesia perché questa cada nuda nelle nostre braccia. L’avvistamento poetico e il popolo. Ciò che non ammette in nessun modo la poesia è l’indifferenza. L’indifferenza è la poltrona del demonio; parla nelle strade con un grottesco vestito di sufficienza e cultura».