Tre poesie inedite.
Boris fu minacciato di morte
i macellai osteggiavano
i digiuni del Savonarola
assieme ai clienti delle prostitute
lo fecero impiccare
Boris fu minacciato di morte
perché sotto una tettoia del giardino
mise in moto la grande ruota
della consapevolezza del mesotelioma
mise in pericolo le produzioni
di absesto per una sola vita umana
o forse per una sola lucciola
Al Luna Park con la figlia
fermi a metà i dischi volanti
e le astronavi aperte
viscere di generatori e matasse
un cucciolo si arrampica
tra il ferro e la ruggine
501 è il numero sulla torre
del carro armato in cima
al monumento dei caduti nel parco
per qualche millesimo di secondo
sulla pupilla di Agnuta
a Khmelnitsky
***
il prato sull’acqua
tra le lattine il fiore di loto
i corvi sulle grigie lastre ondulate
La notte di Ivan Kupala
in questo cimitero polveroso
radi ciuffi d’erba e garofani
spezzati, il villaggio viene di sera
a ricordare ciò che non è stato
monumenti di marmo
i volti incisi
per gente troppo semplice
meglio quelli del tronco
che una mano di vernice
strappa al suo fondo
fiori di campo la vecchia Vira
depone nell’occhio le macerie
di un mito
ma le donne ancora lanciano corone
sullo Stryj, aspettano le fila
che non vanno al fondo
che il giovane salti
con i suoi soli piedi
oltre il fuoco
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).