Esploratrici solitarie

da | Ott 13, 2018

Quattro poesie da Esploratrici solitarie di Paolo Valesio, Raffaelli, 2018.

Biglietto a un poeta

«Ogni guerra è una guerra civile»,*
aveva scritto
un poeta in un romanzo.
E un lettore aveva fra sé aveva aggiunto:
“Ogni vittoria
è una vittoria di Pirro”.
E adesso la corsa degli anni
lo autorizza ad aggiungere:
‘Ogni sconfitta si paga nel presente,
e nel futuro si sconta ogni vittoria’.

Hamilton Hall

*Frase di Cesare Pavese

*

Diologo a distanza

Le cose sono realmente quello che sembrano essere
(Ralph Waldo Emerson)

“E le anime, povere innocenti,
obbediscono all’antico meccanismo:
si rifugiano dal mondo malvagio
in cima alle colonne degli stiliti,
e là compiono penose operazioni,
aggirando gli ostacoli, presentando
le proprie misere fughe come Ascesi,
le proprie paure come contemplazioni.” *

Ma le anime sono veramente innocenti,
dunque non disprezziamo le nobili
strisce di merda e piscio
che decoravano classiche colonne
troppo marmoree e troppo monumentali
e così le autentificavano,
perché gli accovacciati
erano santi e non torbidi uccelli.

Volo Seattle-New York

*È la voce fantasma che parla in Poema per un verso di Shakespeare, da Una disperata vitalità di Pier Paolo Pasolini.

*

PRELUDIO ALLE PREGHIERE DELLA TORERA

Allora si trova a lottare non più con un insieme uguale a quello che egli rappresenta, ma con il nulla. In questa estrema disputa, può paragonarsi al toro della corrida. Il toro, nella corrida, ora si cala pesantemente nell’indifferenza animale – abbandonandosi allo smarrimento segreto della morte – ora, infuriato, si avventa contro il vuoto che un matador fantasma gli apre incessantemente davanti. Ma, una volta affrontato il vuoto, sposa la nudità – IN QUANTO È UN MOSTRO – addossandosi con leggerezza quel peccato. L’uomo non è più come la bestia lo zimbello del nulla, ma il nulla stesso è il suo zimbello – egli vi si sprofonda, ma ne rischiara l’oscurità con il suo riso, al quale giunge solo se inebriato proprio da quel vuoto che lo uccide.

Georges Bataille, L’expérience intérieure, Frammento del febbraio 1936

Preghiera della torera, 1

Per Pedro Almodóvar
(“Hable con ella”)

Ti aspetto inginocchiata sull’arena
prego le mie mammelle
costrette nel corpetto
prego le mie spalle larghe
sotto lustrini e mostrine.
Ecco irrompi, toro – locomotiva
della coscienza esterna e schiacciante.

*

Preghiera della torera, 2

In memoria di Victor Barrio, ucciso nella Plaza de
Toros di Teruel (Valencia) il 9 luglio 2016

Ognuno sente a tratti nella vita a momenti
(son quelli dirimenti)
l’impulso a far regalo di se stessa.
In questo taglio estremo d’orizzonte –
come la stretta striscia rosseggiante
che attraversa lo schermo abbrunente
quando la televisione
sta per morire di un guasto interno –
io prego le mie piccole mammelle
costrette nel corpetto rutilante
prego le larghe spalle, le platoniche,
coperte di mostrine e di lustrini
mentre cado in ginocchio nel centro
dell’“O” di sabbia.
Ecco la vivente
locomotiva che irrompe dalla cavea
sta per inclinare
senza malizia il corno e trapassarmi
ma prima c’è un istante
di equilibrio: le corna
son bracci che sostengono
simmetricamente
le mie braccia spalancate
nella posa prevista in eterno
dell’Uomo dei Dolori.
Beati e benedetti
l’uno contro l’altra inginocchiati
croce di carne incastonata
nella croce di corno.

Laghetto di Linsley
North Branford, Connecticut

Immagine: Liu Xiaodong, The Position of the Moon and Stars, 2016, Group of 36 paintings.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).