Due voci. Inediti e traduzioni /7

da | Mar 1, 2019

Nella settima puntata della rubrica “Due voci. Inediti e traduzioni” pubblichiamo due traduzioni di Charlotte Perkins Gilman a cura di Maddalena Lotter insieme a due suoi inediti.

NATURE’S ANSWER (da In This Our World, 1893)

I

A man would build a house, and found a place
As fair as any on the earth’s fair face:

Soft hills, dark woods, smooth meadows richly green,
And cool trees-shaded lakes the hills between.

He built his house within this pleasant land,
A stately white porch house, long years to stand;

But, rising from his paradise so fair,
Came fever in the night and killed him there.

“O lovely land!” he cried, “how could I know
That death was lurking under this fair show?”

And answered Nature, merciful and stern,
“I teach by killing; let the others learn!”

II

A man would do great work, good work and true;
He gave all things he had, all things he knew;

He worked for all the world; his one desire
To make the people happier, better, higher;

Used his best wisdom, used his utmost strength;
And, dying in the struggle, found at length,

The grand evils he had fought the same,
And that the world he loved scarce knew his name.

“Has all my work been wrong? I meant so well!
I loved so much!” he cried. “How could I tell?”

And answered Nature, merciful and stern,
“I teach by killing; let the others learn.”

III

A maid was asked in marriage. Wise as fair,
She gave her answer with deep thought and prayer,

Expecting, in the holy name of wife,
Great work, great pain, and greater joy, in life.

She found such work as brainless slaves might do,
By day and night, long labor, never through;

Such pain – no language can her pain reveal;
It had no limit but her power to feel;

Such joy – life left in her sad soul’s employ
Neither the hope nor memory of joy.

Helpless, she died, with one despairing cry –
“I thought it good; how could I tell the lie?”

And answered Nature, merciful and stern,
“I teach by killing; let the others learn.”

*

LA RISPOSTA DELLA NATURA

I

Un uomo voleva costruire una casa, così trovò un posto
Bello come qualsiasi altro sulla bella faccia della terra:

Morbide colline, boschi bruni, distese pianeggianti di verde [intenso
E laghi all’ombra d’alberi tranquilli in mezzo ai colli.

Egli costruì la sua casa qui in questa terra gentile,
Un’imponente villa porticata di bianco, che stesse in piedi [per molti anni.

Ma, a svegliarlo dal suo paradiso così perfetto
Venne la febbre nella notte e lì lo lasciò stecchito.

“Terra adorata!” gridava, “come potevo sapere
Che la morte fosse in agguato sotto questo magnifico [spettacolo?”

E la Natura rispose, misericordiosa e austera
“Io insegno uccidendo; lascia che gli altri imparino.”

II

Un uomo faceva un ottimo lavoro, proprio un bel lavoro di [quelli onesti:
Dava tutte le cose che aveva, tutto quel che conosceva;

Lavorava per il mondo intero; il suo unico desiderio:
Rendere le persone più felici, migliori, superiori.

Usava la sua miglior sapienza, usava la sua massima forza
E, morendo nel tentativo, vide alla fine

Gli stessi grandi mali che lui aveva combattuto,
Vide che il mondo da lui così amato a malapena sapeva il suo [nome.

“È stato vano tutto il lavoro che ho fatto? Era così [importante,
e l’ho amato tanto!” gridava; “Come posso spiegarlo?”

E la Natura rispose, misericordiosa e austera,
“Io insegno uccidendo; lascia che gli altri imparino.”

III

Una domestica veniva chiesta in sposa. Saggia quanto bella
Diede la sua risposta dopo aver a lungo pensato e pregato,

Si aspettava, nel sacro nome di moglie,
Un ottimo lavoro, una gran fatica, sì, e una ancor più grande [gioia nella vita.

Trovò così tanto lavoro quanto se ne pretende
Da schiavi alienati; notte e giorno un gran faticare senza [fine.

Così tanto dolore – nessuna lingua può rivelare il suo dolore;
Non aveva limiti se non la sua capacità di sentirlo;

Così tanta gioia – la vita non lasciò spazio nella sua anima triste
Nemmeno per la speranza o per il ricordo della gioia.

Indifesa, ella morì, in un grido disperato –
“Lo pensavo davvero; come potrei mentire?”

E la Natura rispose, misericordiosa e austera,
“Io insegno uccidendo; lascia che gli altri imparino.”

Nota: Charlotte Perkins Gilman (1860-1935) è stata una intellettuale statunitense. Le sue opere più celebri sono il racconto “The Yellow Wallpaper” (1892) e lo studio “Women and Economics: A Study of the Economic Relation Between Men and Women as a Factor in Social Evolution” (1898).

***

Due inediti di Maddalena Lotter

Antropocene

L’era degli uomini è finita
ma nulla vieta di immaginare
quel ciondolo tutto fatto di luce
dentro la sua conchiglia
a miglia e miglia dalla vita,
sul fondale
una cosa piccola che brilla
e non ci salva
e tace.

*

2019

Si sono svegliati ancora prima di ieri,
eccoli qua
positivi e produttivi.
Hanno dato olio ai macchinari.
Hanno il progetto di svelare
qualsiasi mistero si muova.

Ogni mattina nella sala comandi
sognano di dire: primo premio
e l’hanno vinto,
congratulati dei loro errori.

Ma noi non siamo arrabbiate
né vi giudicheremo per questo;
noi di una cosa non siamo mai
certe che sia andata davvero così.

Gli animali si spostano – vi stanno evitando
e il clima cambia, cosciente, si difende.

Il volto del mondo evade dal centro.

Immagine: Un’istallazione di Giuseppe Penone nel parco di Versailles.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).