Da poco uscito per le edizioni Tlon Desiderio di Frank Bidart, nella traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan. Pubblichiamo la poesia Come l’occhio al sole e il poemetto Il ritorno.
COME L’OCCHIO AL SOLE
Per Plotino ciò che cerchiamo è VISIONE, ciò che
si desta quando ci destiamo al desiderio
come l’occhio al sole
È proprio come se ti innamorassi di
uno dei passeri che ci sfiorano in volo
quando ci destiamo al desiderio
Ma una volta che hai visto una mano mozzata, o
un piede, o una testa, ti sei imbarcato, hai iniziato
come l’occhio al sole
Il viaggio, tale è il tutto, non sei giunto a
riva, ma bambini con i loro giochi e
quando ci destiamo al desiderio
Poveri spiriti che trasportano qui e là i corpi dei morti
perché i corpi cedono ma lo spirito non cede
come l’occhio al sole
Tu sai che ogni strumento, anche, recipiente, mero
martello, se fa ciò per cui è stato fatto
quando ci destiamo al desiderio
È bene, eppure chi l’ha fatto non è lì, è morto:
così, inevitato, uno, non uno, al NIENTE chiedi
come l’occhio al sole
Che io possa essere fatto recipiente di ciò che
deve essere fatto
quando ci destiamo al desiderio
Certo che ciò cui sei giunto non è la riva tu
scomparirai in ciò che ti ha prodotto
come l’occhio al sole
•••
IL RITORNO
Mentre i Bructeri in ritirata cominciavano a bruciare i [propri
possedimenti, per negare ai Romani qualsiasi sostentamento [tranne
la cenere,
………una colonna di incursori inviata da Germanico
comandata da Lucio Stertinio
li mise in rotta;
……e lì, scovata tra il bottino di guerra e i morti,
c’era l’Aquila della diciannovesima
legione, persa con Varo.
•
I Romani allora
inflissero alla terra dei Bructeri – a ogni cosa si trovasse
tra il fiume Ems e il fiume Lippe,
il confine estremo del loro territorio, –
…………………….devastazione;
finché infine non giunsero
alla Selva di Teutoburgo,
…………..nella cui oscurità
Varo e i resti dei suoi quindicimila,
si dice, giacevano insepolti.
•
In Germanico allora sorse il desiderio
di onorare con esequie i guerrieri insepolti il cui
massacro a suo tempo aveva colmato Augusto stesso di [rabbia e
vergogna, –
……..di speranza o terrore ogni recesso dell’Impero, –
mentre anche l’ultimo dei fanti, di fronte al territorio
alieno, venne sopraffatto dalla pietà nel
pensare a famiglia, amici, agli improvvisi
rovesci della battaglia, al comune destino umano.
•
Prima Cecina e i suoi
entrarono, –
…….con l’ordine di perlustrare i passi
lugubri e infidi, di cercare di costruire ponti e
passaggi rialzati sugli acquitrini diseguali e fradici, –
poi il resto dell’esercito, testimone di scene
laceranti alla vista e al ricordo della vista.
•
Il primo campo di Varo, con la sua ampia distesa e l’uso
in misura generosa dell’ordinato spazio,
attestava le calme occupazioni di tre legioni; –
poi un mezzo muro sgretolato e una trincea poco profonda
indicavano dove un disperato drappello superstite era
stato spinto a prendere riparo; –
…………in campo aperto tra di loro
c’erano ossa sbiancate, esenti
da putrefazione, –
…….sparse dove gli uomini erano stati abbattuti
in fuga, ammucchiate
dove avevano resistito prima del massacro.
Frammenti di lancia e membra di cavallo giacevano
avviluppati, e crani
………..umani erano inchiodati
per sfregio ai tronchi d’albero.
Boschi vicini celavano gli altari
sui quali i feroci Germanici
avevano sacrificato i tribuni e i centurioni.
•
I sopravvissuti alla catastrofe adagio iniziarono, infine,
a parlare, –
…..il pugno di scampati a morte o schiavitù
raccontò ai commilitoni dove i generali
erano caduti, come le Aquile e gli stendardi erano stati [catturati; –
uno indicò dove Varo aveva sofferto la prima ferita, e
un altro dove egli era morto di sua propria triste mano; –
quelli gettati in fosse nude avevano visto
forche sopra di loro,
…………….e il palco da cui Arminio
come in delirio aveva arringato
le truppe vittoriose, –
collera e rancore così fusi alla sua
felicità, che i prigionieri pensarono che presto sarebbero [stati massacrati, –
finché la dissacrazione delle Aquile non placò
o esaurì la sua tracotanza.
•
Così, sei anni dopo il massacro,
un esercito Romano vivo era tornato
a seppellire le ossa dei morti di tre intere legioni, –
nessuno sapeva se i resti che aveva
raccolto, toccati forse in affidamento alla terra, fossero
di un estraneo o di un amico: –
…………………..tutti ritenevano tutti
compagni e
fratelli di sangue; ognuno, nel comune montare
di rabbia verso il nemico, si affliggeva e odiava insieme.
•
Quando gli eventi vennero riferiti a Roma
i Cinici sussurrarono che così l’astuto Stato
ci asservisce ai suoi fallimenti e al suo fato. –
Gli Epicurei videro nello spettrale putiferio
un simbolo della natura del Desiderio. –
Gli Stoici replicarono che la vita è Guerra, e l’ILLUSIONE
la fonte, la meta, il fine d’ogni umana azione.
•
Alla consacrazione del tumulo
funebre, Germanico gettò il primo pugno di terra, –
in tal modo onorando i morti e scegliendo di dimostrare
in prima persona
l’accorata partecipazione al cordoglio generale.
In tal modo si guadagnò la disapprovazione di Tiberio, –
forse perché l’imperatore interpretava
sfavorevolmente ogni atto di Germanico; o forse aveva [ritenuto
che lo spettacolo dei morti insepolti
dovesse infondere all’esercito minore alacrità in battaglia e
maggior rispetto per il nemico –
……………………….mentre un comandante membro
dell’antica setta degli Auguri
si contamina maneggiando
oggetti appartenuti ai morti.
•
……………….in campo aperto
ossa sbiancate sparse dove gli uomini erano stati abbattuti
in fuga
………ammucchiate
dove avevano resistito
l’ampia distesa del primo accampamento
di Varo
……..in campo aperto
il mezzo muro
sgretolato e la trincea poco profonda
……..in campo aperto tra di loro
ossa sbiancate sparse dove gli uomini erano stati abbattuti
in fuga
……..ammucchiate
dove avevano resistito
Sono tornato qui mille volte,
anche se la storia non sa indicarci il luogo esatto.
•
Arminio, incessantemente braccato da
Germanico, si ritirò in territori non cartografati.
(Da Tacito, Annales, I, 60-63)
Immagine: James Casebere, Senza titolo, 2014.
Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).