Un’anteprima da “Come l’acqua” di Anne Carson, da poco uscito a cura di Patrizio Ceccagnoli per Crocetti.
COSA ABBIAMO QUI?
1
È la storia di un pittore.
A Perugia
(antica Perusia)
dove visse il pittore Pietro Vannucci
(c. 1445-1523)
che chiamavano il Perugino,
contemporaneo di Michelangelo
e maestro di Raffaello.
Cosa è necessario saperne?
Un po’ di cose.
Nel xv secolo
i duchi di Perugia,
assediati dalle forze papali,
si ritirarono nella roccia dove la città era stata costruita
e ne fondarono una seconda,
una città interiore.
Venne chiamata la Rocca,
e non li salvò,
però è ancora lì.
L’aria al suo interno è incredibilmente fredda.
In questa nostra storia
alcuni filosofi dei giorni nostri
si riuniscono in conclave
sull’antica roccia perugina.
A scopo di pubbliche relazioni,
pare che abbiano commissionato
a un pittore di riprodurli
con pigmenti del xv secolo.
Forse lo fanno per ragioni storiche
(Perusia ha un passato dipinto).
Forse, non è che un gioco di parole:
la parusia ha bisogno di un volto dipinto.
Ne capirete
più di me.
Il pittore, in ogni caso,
non è un uomo felice.
Una donna, al solito, è il problema.
Anche lei ha un volto
e un passato
degni di essere dipinti.
Non vi sembra abbastanza per una storia?
Vediamo.
[…]
5
Ci sono altre donne qui,
che sollevano il collo nel sole.
Ho fame di Anna.
Passando davanti a un cubicolo ho visto un suo ritratto
e l’ho portato nella mia stanza,
febbrilmente.
Si è poi rivelata una natura morta
di albicocche e acqua minerale.
Il vetro è incrinato
ma mi ricorda
i momenti della giornata
in cui le veniva fame.
6
Famosi fenomenologi da tutta l’Italia
si sono riuniti qui.
Risalgono fino ai sofisti
poi salgono le scale di pietra
per un pranzo pesante.
Le loro fronti non sono tanto alte
quanto quelle
dei fenomenologi francesi
ma la loro indole è assai migliore.
Qui il pranzo è il pasto principale del giorno.
[…]
18
Stavo esercitando il mio italiano in un bar
(le zanzare preferiscono pungere gli occhi degli stranieri)
quando arrivò Anna.
Un evento che mi mise di malumore.
Le dissi
di dormire con gli occhi aperti
e me ne andai a fare una passeggiata.
Ich bin ich.
[…]
24
Mentre lavora al suo discorso in biblioteca,
Anna osserva uno scorpione sul davanzale della finestra.
Si ritira nella sala colazione.
I fenomenologi la informano che si sbaglia.
“Non è uno scorpione.”
Oltretutto, è fortunata.
“Siamo in Italia, non in Nord Africa
dove il morso dello scorpione
è fatale.”
Alla fine, il custode degli archivi di Husserl a Berlino
accetta di accompagnarla al piano di sopra.
È colpito. “Ja, è proprio uno scorpione.”
Fa una pausa.
Si rivolge ad Anna. “Può uscire, per favore?”
Non possiamo sapere cosa sia poi successo.
Il pittore ha utilizzato
terre colorate per catturare
quella brutta macchia sul davanzale.
[…]
26
Vi dirò due cose su Anna.
Adora ballare.
È nata con un difetto cardiaco chiamato emolisi
che provoca la comparsa di coaguli blu
di sangue sulle sue braccia. Tale condizione
non è dolorosa.
Indica che avrebbe dovuto essere
una gemella.
Tre cose.
Ha ucciso suo padre.
[…]
47
Il padre di Anna si arruolò
per la bellezza dell’uniforme
e servì come capitano per 5 anni
andando a trovare la madre di Anna nottetempo
di nascosto per strade di montagna.
Quando
gli fu diagnosticata
una malattia del sangue,
scelse di continuare
a vivere come gli piaceva.
“Bevi forte, ama molto, riposa bene,”
cantava spesso.
Si fece magro: eccentrico.
Ancora più magro: mostruoso.
Anna non l’avrebbe rivisto.
Alla nascita di suo figlio
lei gli spedì una lettera, con
fotografie, trovata
accanto al suo corpo il giorno
successivo.
Delle zie importanti
fecero una chiamata interurbana ad Anna.
“Hai ucciso tuo padre.”