Bernat Metge

da | Feb 5, 2021

Bernat Metge è un libro-poema del poeta argentino Lucas Margarit che, nella traduzione a cura di Antonio Bux, è da poco uscito in Italia. Pubblichiamo alcuni estratti della prima sezione.

 

 

BERNAT METGE

L’angelo è il peggiore dei dragoni

J.E. Cirlot

Ho passato tutta la vecchiaia mettendo assieme
forme acide e piante acquatiche
osservando in ciascun tramonto
la forma chiusa del mare

la vecchiaia tutta di uomini stupendi come il cactus
ogni volta che i colpi accarezzavano i frantumi della riva

ho passato tutta la mia vita cercando tra bibbie oscure
la vita occulta di Bernat

all’ombra della candela di resina nera ho visto la prima scienza
modellata con indifferenza da una mano che non trema

ho letto le primissime pagine del mito e degli oggetti
visto i primi disegni che tracciavano il limite tra questo e quell’altro

il limite che segnavano le fibre della pergamena sfatta

 

I

Bernat si denudò
stirò le braccia
davanti a una finestra vuota
e domandò
cos’è il Purgatorio?

Non ebbe risposta

quindi si sedette nella sua cella
e sognò la risposta
per morire un po’ più felice

 

II

Qui stiamo, Bernat

conduco il mare
verso la tua mano per ricomporre
il suono della creazione

il suono che fu l’origine
della tua morte

[…]

 

V

-Cosa vedi Bernat dentro le foglie frantumate
dai tuoi passi?

-vedo il mio corpo rivolto verso il mare
e le foglie in frantumi.
vedo le tracce della pecora che fugge
e la pernice che dal falco si nasconde
vedo le foglie in frantumi

-e il nido devastato di un uccello vuoto
e Orfeo che schiaccia le foglie seccate
dal vento

– Cosa vedi Bernat dentro le foglie frantumate
dai tuoi passi?

-vedo il mio corpo cadere dentro il mare
e le foglie in frantumi
o le tracce del cervo che fugge
un fiammingo che dal leone si nasconde
vedo le foglie in frantumi

-e un nido di topi devastato e
un dio nudo che passa
tra le foglie seccate
dal vento

-e un’anziana signora che fa a pezzi
dei ragni con la sua oscura pelle,
e un uomo con la testa di maiale
come maschera luminosa di una statua,
un uomo con la testa reclina
che beve sangue e canta
prima di risvegliarsi al cospetto
di tutti gli orizzonti di pietra

-e vedo le foglie in frantumi
che, come squame, riportano
il mio corpo bambino a una terra vuota

[…]

 

VII

Bernat porta un libro
con sé, sotto i suoi stracci
legge per la prima volta i
nomi Orfeo e Tiresia
e scopre che può dire cosa sono
il pasto e l’ossario

[…]

 

XIV

Gli uccelli vivono grotte
nella casa abbandonata di Bernat

se avesse immaginato la notte
i rumori degli alberi sarebbero
i nuovi fantasmi del bosco

 

XV

Padre:
lascia le erbe
e aiutami a distinguere
la ruggine dalla costa del mare
la differenza tra la memoria e
il ritmo dell’accento

quando tornerai benedetto
cerca nel cammino
i palmi delle mie mani
ora così digiune
Madre Agnes:
cosa fai lì sola davanti al fuoco?
aiutami a distinguere
la vita e la sua morte
che a quest’ora ho gli occhi stanchi
per la luce ocra delle candele.

 

XVI

ora, Bernat
è di fronte al mare e immagina
Troia distrutta
Roma saccheggiata
Atene sommersa
e ricorda il suo vecchio paese, Claverol, muto

e immagina il fuoco e
il filo di un diamante opaco

mucchi di ossa vuote
dove passa il vento
bianco che respira

[…]