Baltimore Five

da | Lug 12, 2013

Baltimora non è solo la città dei campioni dei SuperBowl XXXV e XLVII, i Baltimore Ravens. E non è solo il luogo dove si è spento e dove riposa Edgar Allan Poe, o da dove sono partiti Frank Zappa, Philip Glass, Adrienne Rich, o dove abitano John Waters e Ann Tyler. Attorno alle sue università sono cresciuti e si sono aggregati importanti poeti. Negli anni recenti, ad esempio, hanno insegnato alla Johns Hopkins University Mark Strand e Peter Sachs.

Nel quadernetto di traduzioni in cui ho raccolto poesie brevi dei poeti (stranieri) a cui sono più affezionato, hanno trovato posto cinque autori della “Charm City”, la città di cui mi onoro di essere cittadino onorario.

Non credo che li unisca soltanto, o non tanto, la collocazione geografica. Per me questi autori rappresentano una significativa rassegna dei diversi modi adottati dai poeti americani per fare poesia della realtà in cui vivono.

L’incendiario di Michael Egan, mi racconta Moira, sua figlia, era una persona vera e propria che abitava nel villaggio rurale della Pennsylvania in cui si era trasferito Michael. E questa persona pensava, credeva e faceva davvero ciò che leggiamo in questa poesie. Così che quella che pare una favola nera dai risvolti mitologici in realtà è un resoconto quasi letterale di una storia di paese.

Mary Jo Salter alla notizia della tragedia del volo TWA 800 del 16 luglio 1996, in cui perirono 230 persone, unisce un aneddoto personale che trasfigura il fatto di cronaca in una struggente parabola sul tema perenne della permanenza e della caducità.

Un curioso, singolare accadimento del 1982 porta invece Joseph Harrison a scrivere una delle più memorabili poesie di Ars Poetica (e senza dubbio la più divertente) degli ultimi decenni. Oltre a Larry Walters, di cui leggete qui, la sua raccolta Someone Else’s Name onora, tra gli altri, le cronache di Donal Russell (un poeta-pescatore che, del tutto inedito in vita, esprime nel testamento la volontà di essere scuoiato in modo che la sua pelle venga utilizzata per rilegare i suoi manoscritti; questo caso – in cui la volontà dell’individuo si scontra con il reato di vilipendio di cadavere – arrivò alla Corte Suprema [Donal Russell perse, le sue poesie oltre che inedite rimangono “unbound”]) e di Dewitt Finlay (un commesso viaggiatore che, bloccato con la macchina in una zona isolata dell’Alaska da una tempesta di neve, segue alla lettera tutte le regole stabilite per situazioni d’emergenza del genere, tra cui “non abbandonate il veicolo”: dopo settimane di stenti il poveretto muore, mentre a poche decine di metri da lui c’era una strada pulita dagli spazzaneve…), che speriamo un giorno di avere in italiano.

Greg Williamson ha sfruttato la sua esperienza di persona con diplopia binoculare, e quella di fotografo dalle scarse doti tecniche, per creare una forma poetica tra le più difficili: la Doppia Esposizione. Si tratta di tre poesie in una: la prima è composta da una strofa di sei versi, con distici a rima baciata (AA, BB, CC); la seconda ha la stessa struttura della prima, con rime DD, EE, FF; la terza, che costituisce la vera e propria “doppia esposizione”, incastra – alternandoli – i versi delle prime due, così che ne risulta una poesia di dodici versi a rime alterne (ADAD, BEBE, CFCF).

Moira Egan trasforma la propria finissima esperienza sensoriale non in modo formale ma metaforico. In questa poesia utilizza le fasi dell’evoluzione di un profumo, dopo che è entrato a contatto con la pelle, per raccontare il mistero dell’innamoramento. La nota di testa si percepisce subito dopo l’applicazione del profumo sulla pelle; la nota di cuore compare dopo una ventina di minuti e può essere avvertita per alcune ore; la nota di fondo contiene elementi che in genere persistono per tutta la giornata.

Il titolo che ho scelto per questa sezione fa riferimento a un’altra delle glorie di Baltimora, i Catonsville Nine: il 17 maggio 1968 nove attivisti cattolici attaccarono un centro di reclutamento per il Viet Nam, ne rubarono tutti i faldoni dei documenti di leva e li bruciarono pubblicamente nel parcheggio usando del napalm fatto in casa. Questa azione ebbe grande risonanza negli USA e costituì un momento cruciale nella storia del movimento contro la guerra del Viet Nam.

Damiano Abeni

*

Michael Egan, Il piromane

Non ricorda che si appostava nella nostra scuola diroccata
per uccidere i fantasmi degli alunni, ormai grassi, pelati,
che andavano a scuola senza di lui, e per accendere un cerino
a ogni sguardo di terrore, a ogni grido che induceva;

o che aveva bruciato la stalla del vicino, la fattoria delle [ragazze
che ignoravano i suoi cenni di saluto, il fieno di un anno
e gli isterici cavalli ustionati cibo per una tale rabbia.
Mettiamo i cani alla catena davanti alle stalle d’autunno,

perché temiamo che venga, furtivo, in sintonia coi cambi
del vento, odorando la pioggia nell’aria. Sogna di fendere
le proprie cosce, liberando scintille e folgori e saette,
mentre indica le nostre stalle con la mano destra.

[Michael Egan, The Barnburner]

*

Mary Jo Salter, TWA 800

Mesi dopo che s’era inabissato al largo
di Long Island, e squadre di sommozzatori
avevano scandagliato il fondo in cerca di tessere esplose
del mosaico da recuperare e riassemblare
come un dinosauro (l’intero carico umano perduto,
troppo dilaniato per poter ricomporre altro
……che i nomi), la mia cartolina – ho saputo –

era stata consegnata agli amici in Francia finalmente:
in una busta imbottita, accompagnata da una lettera
del Servizio Postale Statunitense (“con mille scuse
per il disturbo arrecato dall’incidente”),
intrisa d’acqua marina ma intatta,
ogni parola che avevo scritto perfettamente
……leggibile (“Abbiamo voglia di vedervi

presto!”) e sul francobollo che avevo apposto
nell’angolo: “Harriet Quimby,
Pioniera dell’Aria”. Sotto il casco e gli occhialoni
sorrideva come un’ospite beneducata
a questo aneddoto da due soldi, in cui ciò che è
più effimero viene preservato e non c’è
……modo di salvare niente del resto.

[da Mary Jo Salter, TWA 800]

*

Joseph Harrison, Air Larry

[Larry Walters, su una sedia a sdraio legata ad alcuni palloni a elio, è salito fino a una quota di oltre 5000 metri, incrociando le rotte degli aerei di linea nel cielo di Los Angeles. Aveva battezzato la sua navicella “Ispirazione I”]

Quando è scoccata l’idea
era apparsa, nell’ipotesi migliore,
azzardata: armi il velivolo, gli dai un nome,
tendi un cavetto o due,

quindi, convinto d’aver dato il massimo
se non che ti porterà in alto,
lo metti alla
prova e quello decolla,

ti solleva sopra gli alberi
e su nel cielo
sereno quanto vuoi,
finché ben presto stai in alto per davvero,

il tuo quartiere, un modellino, scompare,
e tu ti chiedi
da solo lassù,
come caspita si fa a tornare giù

adesso che la fantasia trascendentale
ha provato in vero che è capace
di andare oltre le attese più insensate,
di sollevarti più su di quanto serva

o tu voglia arrivare,
perché adesso che “ce l’hai fatta”
sai soltanto di sapere quasi niente,
e che qui negli strati d’aria rarefatta

fa un freddo cane,
un eccesso che incapacita,
che i tuoi calcoli approssimativi dovevano prevedere,
e, innescando tutta la tua ansia,

scruti, poi vedi, rombanti nel cielo, puntini
in lontananza che sfrecciano prendendo forma,
velivoli pantagruelici sulla loro rotta,
perfettamente composti,

fatti per la velocità e l’alta quota,
così naturali nel frantumare il suono stesso che
accanto a loro la tua navicella pare primitiva
e fatalmente sbagliata, proprio come te,

dolorosamente mal equipaggiato al ruolo dell’eroe,
e che ora sul serio cominci a morire dal freddo
a temperature di molto sotto lo zero
con l’aria sottile che brucia ogni respiro,

e ti rendi conto che devi, senza aspettare il mattino,
disfarti di ogni originaria pretesa
e far esplodere i tuoi palloni
per intraprendere la perigliosa discesa.

[da Joseph Harrison, Air Larry]

*

Greg Williamson,  XXVI. Metà border collie, metà striscia nera (da Doppie esposizioni)

…….Rovinato. Appunto. Alla malora il rullino intero.
Tramonto. Nella tepida luce che varia,
…….Ho scattato un’ultima foto, ed ecco un buco nero:
il cane salta verso … colto a mezz’aria …
…….un’oscurità emblematica che ingoia
un frisbee. Là resta dentro, catturato,
…….il tempo presente, dove la notte segue con noia
un sole che cala, come fosse sempre stato
…….il fotogramma finale. Domani, m’illudo,
in caccia infocata, aggraziato da non credere,
…….comincerò da zero. Oggi chiudo
inseguendo qualcosa che non riesco a vedere.

[da Greg Williamson, in Double Exposures: XXVI. Half Border Collie, Half Black Strip]

*

Moira Egan, Note su una pozione

Nota di testa: essenza di rose

Nessuno aveva mai pensato di portarmi rose
lattescenti. Questo colore, così sensuale,
come fa a sembrare così innocente? Burro-avorio immerso
in primula, e si schiudono, lente come miele dal favo.
O lo sbocciare titubante della fiducia.

Nota di cuore: sandalo

Nel crepuscolo incespico su radici,
su ombre. Lui insiste, sussurra,
e ci schiacciamo l’uno all’altra. Poi mi prende per mano
e mi insegna i nomi dei fiori
nel buio della fonda, più fonda selva del cuore.

Nota di fondo: ambra grigia

La coda del cetaceo fende la superficie liscia come la grazia,
o un canto amniotico. Sale, dolcezza, acqua,
ci sono cose di cui mi sono abituata ad avere
bisogno, senza mai abituarmici: le sue braccia
calde attorno a me, la lunga migrazione verso casa.

[da Moira Egan, Notes on a Potion]

*

Nota

Michael Egan (1939 – 1992, Baltimore, Maryland): inedita.

Mary Jo Salter (1954, Grand Rapids, Michigan – abita a Baltimore, Maryland): in Who now have wings / Ora che abbiamo ali, GAM Editrice, 2011.

Joseph Harrison (1957, Richmond, Virginia – abita a Baltimore, Maryland): inedita.

Greg Williamson (1964, Nashville, Tennessee – abita a Baltimore, Maryland): inedita.

Moira Egan (Baltimore, Maryland – abita a Roma, Italia): in «Nuovi Argomenti», 2006; in La seta della cravatta, Edizioni L’Obliquo, 2009.

Caporedattrice Poesia

Maria Borio è nata nel 1985 a Perugia. È dottore di ricerca in letteratura italiana contemporanea. Ha pubblicato le raccolte Vite unite ("XII Quaderno italiano di poesia contemporanea", Marcos y Marcos, 2015), L’altro limite (Pordenonelegge-Lietocolle, Pordenone-Faloppio, 2017) e Trasparenza (Interlinea, 2019). Ha scritto le monografie Satura. Da Montale alla lirica contemporanea (Serra, 2013) e Poetiche e individui. La poesia italiana dal 1970 al 2000 (Marsilio, 2018).