Autoritratto automatico

da | Feb 13, 2023

Cinque poesie in anteprima da “Autoritratto automatico” di Umberto Fiori, da poco uscito per Garzanti.

 

FOTO-TESSERA

Inverno. Buio, nebbia. Fiati, motori.
In giro, poche ombre. Sul piazzale
dove si affaccia
la Camera del Lavoro
splende, sola, la scatola
della foto automatica.

Le tendine scostate, vuota, in attesa:
come nella navata di una chiesa
l’armadio bruno del confessionale.

 

*

MM

Sotto la piazza,
in fondo alle scale mobili,
svoltato l’angolo, dopo l’edicola e il bar
giorno e notte sta accesa la capanna.
Qui porta il pellegrinaggio.

Scorre la tenda grigia.
Ruota il sedile. Sparisce la banconota.

Anno per anno, nel buio al di là del vetro,
torna il miraggio dell’identità.

 

*

ALBUM

Capellone abbronzato come un bagnino,
scialbo seminarista, artigliere
col basco inamidato,
innamorato nel cappotto a spighe;
in questa galleria qualcosa circola
e somiglia, somiglia.

Non è mai tutto lì: va via, si sposta
da una tessera all’altra, come se
nessuno scatto potesse fermarlo.

Questo, cercavo: l’aria di famiglia
che corre tra me e me.

 

*

SOGGETTO

Io, io, e ancora
ancora io.
Eccomi: hai visto, qui?

(Voltato l’angolo
il maniaco spalanca l’impermeabile.)

Solo nel vano bianco
della cabina, illuminato
come dal faro del dentista, sentivo
la miseria del naso,
delle guance, di questa
prima persona.

Non ero una sezione, un collettivo,
un soggetto di classe>; lì con me
non c’erano le masse popolari.

Chiudevo le tendine 
e mi sedevo, come al gabinetto.

 

*

FOTO-RICORDO

A spingermi là dentro,
sotto la luce della scatola,
era un ricordo.

Una forma imprecisa, risaputa,
un’ombra che premeva
nella mia testa
come il sogno che resta lì per un attimo
quando ti svegli:
nei dettagli non sai ricostruirlo
ma sai bene com’era, sei certo
di averlo fatto.

Lineamenti colori, connotati:
scatto per scatto spiavo la traccia
che potesse guidare fino a quelli
della mia vera faccia.

Umberto Fiori è nato a Sarzana nel 1949. Dal 1954 vive a Milano, dove si è laureato in filosofia. Negli anni ’70 ha fatto parte, come cantante e autore di canzoni, degli Stormy Six, gruppo storico del rock italiano. In seguito ha collaborato con il compositore Luca Francesconi (per il quale ha scritto due libretti d’opera, Scene e Ballata, e numerosi altri testi), con il fotografo Giovanni Chiaramonte e con i videoartisti di Studio Azzurro. E’ autore di saggi e interventi critici sulla musica (Scrivere con la voce, 2003) e sulla letteratura (La poesia è un fischio, 2007), di un romanzo, La vera storia di Boy Bantàm (2007) e del Dialogo della creanza (2007). Del 2009 è Sotto gli occhi di tutti, un cd di canzoni tratte dalle sue poesie, in collaborazione con il chitarrista Luciano Margorani; del 2013 il cd-dvd Benvenuti nel ghetto, con gli Stormy Six e Moni Ovadia. Il suo primo libro di poesia, Case, è uscito nel 1986 per San Marco dei Giustiniani. Sono seguiti, per Marcos y Marcos, Esempi (1992), Chiarimenti (1995), Parlare al muro (con immagini del pittore Marco Petrus, 1996), Tutti (1998) e La bella vista (2002), Voi (2009) e fra gli ultimi Il conoscente (2019) e Autoritratto automatico (2023).