Versi ad Archimede
[…]
All’alba compitavo sui quaderni a quadretti.
Mandavo a mente versi e teoremi. Stolto
mi inebetivo di veleno e di nettare.
Segnerò questi anni al principio
dell’età perduta o alla fine
di un’era fiacca, andrò
verso il tempio dei pensieri,
camminerò sotto il portico degli adulti.
I nuovi eventi ci lasciano indietro.
Chi ha munto la vacca non alleva il vitello,
chi non sente le voci in anticipo,
chi non sa che la freccia è scoccata
ha l’anima piccola del topo,
ha il cranio stretto della gallina.
Non sarà la spina pestata
dal piede nudo, o il granchio
che ti morse il calcagno,
non sarà la tua mitologia a sorreggerti.
Le piste chiedono scarpe ferrate,
le ruote vogliono polsi decisi,
e il ribollire intorno di segnali
t’impongono di camminare sulle strisce.
Archimede chi cancella i tuoi circoli,
chi rimuove la sfera inscritta nel libro?
[…]
(maggio 1953)
Un giorno di guerra
Cinque poesie in anteprima da "Un giorno di guerra" di Sonia Gentili, uscito nella collana 'licenze poetiche' di Aragno (2024). UN GIORNO DI GUERRA Sei il morto nell’acquitrino, sei la stradasu cui si bucano le ruote, nella sera sei il corpo che fa un rumore di preghiera, sei nessuno per nessuno e senti il mondo diventare nero. Dentroc’è l’alba, un cane che ha perso sangue e si gonfia dentro al fango e ancoranon si vede e anche leiè nessuno. Il tronco ficcato dentro l’acqua era ferito...
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