Autunno

da | Lug 31, 2013 | Senza categoria

È strano come una persona riesca a ereditare le caratteristiche di entrambi i genitori, anche quando sono l’opposto l’uno dell’altra. A questo pensa Daniele, guardando Achille addormentato al posto di guida. E pensa a sua madre, che sull’invidia per le altre persone del paese ha costruito tutta la sua vita. Come se intere esistenze potessero essere raccolte e assumere significato in un posto piccolo e sperduto come Molignano, senza aprirsi al mondo, interessandosi solo a cosa fa o cosa compra o come si comporta il vicino, quello che abita dall’altra parte della strada, o ancora la coppia dal lato opposto della piazza, per non dire di quelli che stanno un po’ fuori paese e sono guardati da chiunque con diffidenza. Osservarsi tutti e invidiarsi a vicenda, in maniera spesso immotivata, solo perché probabilmente non c’è altro da fare.
Suo padre invece è diverso, da lui ha preso la compassione fraterna, la capacità di gioire per i successi degli altri. Così, con la testa pesante che riesce a muovere a fatica e con estrema lentezza, facendo perno sul poggiatesta, osserva l’amico e da un lato lo invidia perché già dorme, dall’altro è contento per lui. Solo ad Achille hanno fatto pienamente effetto i sonniferi, pensa. Si sente vicino a chiudere gli occhi e allontanarsi da tutto, eppure è ancora piuttosto lucido. Non capisce nemmeno se la pesantezza che prova sia dovuta alle pillole o al gas di scarico che inizia a invadere la vettura. Achille non se ne accorge nemmeno, non se ne può accorgere. Dorme alla grande. Guardandolo, Daniele sorride.
Poi, sempre più stanco, torna a osservare lo scorcio di bosco che si vede oltre il parabrezza. Fuori, tutto sembra confuso e sfocato e indistinto. Così, Daniele per un attimo immagina la scena dall’esterno, nitida.
Una vecchia Panda rossa ferma a lato della strada secondaria che porta al monte e dove non passa mai nessuno, soprattutto in questa stagione. Una minuscola piazzola pavimentata da foglie gialle e ricci di castagne. Le nuvole basse, che sembra quasi di poterle toccare.
Forse avrebbero potuto aspettare ancora, scegliere una giornata più bella, col sole e il cielo terso, magari gli sarebbe piaciuto chiudere le palpebre con negli occhi l’azzurro. Ma alla fine ha forse importanza? E comunque in ottobre, da quelle parti, di giorni di sole non se ne hanno mica molti. Avrebbero potuto farlo su una macchina più bella, quello sì, una bella vettura sportiva e veloce, solo che non sapevano dove recuperarla. Non avevano amici che potessero prestargliela, e poi forse li avrebbero messi nei casini.
Marcello, lui sì, lui ce l’aveva certamente, o almeno così riportavano le voci di paese, ma chissà dov’era in quel momento, in quale posto lontano a divertirsi e a vivere.
Però forse si sarebbe potuto fare lo stesso un tentativo e, in caso di successo, prima di salire lungo la strada per il monte si potevano fare un paio di giri per Molignano, sgasando in curva e facendo spaventare le persone che passeggiano lungo i viali. Derapando nonostante la pioggia, tanto piove spesso e loro due sono abituati a tenere l’auto anche in condizioni difficili.
Ecco, forse un giro in paese a spingere sull’acceleratore lo si sarebbe potuto fare anche solo con la Panda, prima di salire verso il monte. E fermarsi al bar all’angolo a prendere un caffè con panna. Daniele si dispiace di non averlo fatto, gli sarebbe piaciuto avere quel sapore in bocca adesso, mentre ricorda qualche momento con gli amici a bere e far casino giù al bar, mentre cerca di ritrovare le esatte parole di una battuta fatta anni addietro che aveva fatto ridere tutti e ancora oggi lo mette di buon umore, mentre si accorge che ecco, come dire, non c’è più tempo.

Mario de Laurentiis (Napoli 1969 – Segrate 2666).